Il fenomeno degli Affitti Brevi
In questo periodo, da Ultimedalweb vi parliamo spesso di vacanze. Cerchiamo di renderci utili per contribuire a rendere la vostra vacanza un successo. Per questo vi forniamo consigli su come sfruttare la valigia, come viaggiare con pochi soldi in tasca o come usare bonus e sconti per viaggiare. Recentemente, vi abbiamo parlato delle opportunità che offre Airbnb, la nota piattaforma che consente di affittare un appartamento per brevi soggiorni (anche di un giorno). Ora, una bozza di decreto legge ha disposto delle importanti modifiche al settore dei soggiorni per brevi periodi in affittacamere e simili.
Il Ministro Santanché aveva già annunciato cambiamenti, dato che considerava il settore troppo caotico e disuniforme (una sorta di far west). Infatti, il ddl presenta molte modifiche alla normativa attuale, con lo scopo di unificare e controllare le disponibilità ricettive a breve termine. Anche Airbnb si dovrà adeguare alle nuove misure, che interessano i privati e piattaforme di prenotazione on line. Ve lo raccontiamo di seguito.
Daniela Santanché
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Le principali novità della bozza del decreto legge
Le principali novità che propone l’esecutivo consistono nell’obbligo nei centri storici delle città metropolitane di una permanenza di almeno due notti; in questa situazione si trovano intorno a mille comuni italiani (su un totale di 78.882). Inoltre, ogni immobile a uso abitativo messo in affitto ai fini turistici dovrà avere un codice identificativo nazionale (cin). Oggi il codice è regionale e ce ne sono 20. Lo scopo è quello di creare una banca dati in ambito nazionale.Per di più, è previsto l’obbligo di segnalare l’inizio dell’attività per chiunque eserciti in forma imprenditoriale (oltre 4 appartamenti), con multe fino a 10mila euro in caso di mancato rispetto della normativa.
Il decreto legge prevede il riconoscimento della figura del property manager e chiede all’Istat di aprire un Codice Ateco specifico per questa categoria. I property manager saranno imprese a tutti gli effetti e saranno pertanto obbligati ad agire come sostituto d’imposta.
Le reazioni delle parti coinvolte
Confindustria Alberghi: “Si va nella giusta direzione”
Per Confindustria Alberghi il governo “va nella giusta direzione“; l’elemento centrale è il Codice identificativo nazionale, che dovrà essere esposto obbligatoriamente dagli affittuari e riportato anche da parte dei portali telematici negli annunci pubblicati. Per l’associazione degli albergatori, il nuovo codice consentirà di “controllare l’applicazione degli obblighi“.
Associazione italiana gestori affitti brevi: “supporteremo il percorso del DDL”
Il presidente dell’Associazione italiana gestori affitti brevi Marco Celani, ha dichiarato in un post via social: “Siamo grati al ministero per questo sforzo e supporteremo il percorso del DDL perché non subisca modifiche in negativo“.
Marco Celani
Confedilizia: “No all’obbligo di almeno due notti”
Anche Confedilizia è d’accordo sull’introduzione del codice nazionale, che consentirà di limitare l’evasione, ma si dice “fortemente contraria” all’obbligo di rivolgersi agli alberghi da parte di chi intenda soggiornare solo una notte nelle principali città.
I sindacati degli inquilini: critiche da parte di Sunia, Sicet e Uniat Aps
Per i sindacati degli inquilini, Sunia, Sicet e Uniat Aps, “la bozza di disegno di legge sugli affitti che sta circolando in queste ore sembra risolversi in un compitino commissionato da proprietari di alloggi e associazioni alberghiere“. “I temi della residenzialità, dell’overtourism, della crisi degli alloggi, della negazione del diritto allo studio, dell’espulsione dei residenti dalle città metropolitane e d’arte, non solo non vengono toccati, ma addirittura vengono ribadite le scelte normative che hanno portato a queste condizioni“, dichiarano i segretari generali.
Ancora: “Nella bozza del DDL si confermano infatti alcune scellerate decisioni assunte dai precedenti governi come la possibilità di non registrare all’Agenzia delle Entrate i contratti inferiori a trenta giorni, di non considerare attività commerciale quella svolta fino a 4 alloggi di proprietà locati a finalità turistica e, di conseguenza, la concessione di agevolazioni fiscali come la cedolare secca a questi proprietari, i cui redditi, in molti casi, sono ben più consistenti di un piccolo albergatore di periferia“