Oussama Ckercauoi era un migrante appena maggiorenne ospite nel nostro Paese. Spesso, da Ultimedalweb di raccontiamo dei migranti e delle loro storie di sopravvivenza. Molti ce la fanno in Italia: trovano un lavoro, mettono su famiglia e vivono serenamente. Altri rimangono vittime della solitudine e prigionieri di una cultura che non li s’addice e che non riesce a rispondere alle loro aspettative. A volte capita che, mentre tentano di adattarsi alla nuova cultura, rimangono vittime di incendi o delle penurie della strada. In genere, gli enti e associazioni umanitarie cercano di offrire a tutti un pasto caldo e un letto. Ma a volte le organizzazioni criminali incombono sui più fragili e diventano spesso deleterie.
Oussama Ckerkaoui, chi era?
Oussama Ckerkaoui era un ragazzo marocchino che aveva compiuto 18 anni lo scorso 1 marzo. Era ospite della cooperativa sociale “Difesa fanciulli onlus”, di Torino, che segue adolescenti in situazioni di fragilità, a cominciare dai migranti minorenni arrivati in Italia non accompagnati.
La sfida di Oussama di attraversare il Po’
Oussama era coraggioso e ha voluto sorprendere i suoi amici lo scorso sabato sera, quando la comunità cristiana si preparava alla Pasqua di resurrezione. Il 18enne avrebbe detto ai suoi amici: “Volete vedere che attraverso il fiume a nuoto?” In quel momento i ragazzi si trovavano lungo Po Diaz ai Murazzi. Il giovane era convinto di poter nuotare facilmente da una sponda all’altra del Pò, vista la portata ridotta del fiume a causa della siccità.
Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui
oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità
Ckerkaoui si è tolto le scarpe e il giubbotto, dove aveva lasciato il portafoglio con i documenti e si è tuffato nelle acque gelide del fiume. Gli amici lo hanno visto scomparire nella notte. In realtà, Oussama aveva sottovalutato la portata del fiume, perché la riva opposta era più distante di quanto immaginasse, e le correnti meno facili da gestire. Poche bracciate e il giovane ce l’avrebbe fatta. Ma non è andata così. Perché i suoi amici hanno perso subito le sue traccie; ci vorranno almeno 36 ore per ritrovare il suo corpo. Oramai senza vita.
L’allarme ai soccorritori
A dare l’allarme, gli amici, che non lo vedevano più tornare. Sul posto intervengono i carabinieri e i vigili del fuoco, che iniziano a perlustrare l’intera zona. Le ricerche sono compiute a terra e con il supporto di un drone e di un elicottero, che non riescono a rintracciare il ragazzo. Dopo estenuanti ore di ricerca, lunedì mattina, verso le undici, nei pressi del ponte Vittorio Emanuele I, i sommozzatori ripescano il corpo senza vita del giovane.
Il ragazzo si trovava a pochi metri da dove era scomparso. Non si sa se è morto sul colpo nell’impatto con l’acqua o se è annegato nel tentativo di raggiungere la riva. In quel punto l’acqua era molto alta. Quello che è chiaro è che è morto annegato nel Pò.
A raccontare agli investigatori della scommessa sono gli amici, che avrebbero assicurato che nessuno ha spinto il giovane a tuffarsi nel fiume. Anzi, sarebbe stata una sua idea. Tuttavia, le indagini sono in corso, tenuto conto delle caratteristiche del decesso. La Procura per adesso ha aperto un fascicolo a carico di ignoti. Intanto, il pm Ciro Santoriello ha disposto l’autopsia per fugare ogni dubbio sulle cause della morte.
La cooperativa sociale Difesa Fanciulli Onlus
Oussama Ckerkaoui eviveva a Torino ed era ospite della cooperativa sociale “Difesa Fanciulli Onlus”, e risiedeva nella sede che la onlus ha in Strada Valpiana 31, fuori dal centro torinese. Lì vivono adolescenti che si trovano in condizioni di fragilità; sono spesso ragazzi scappati da casa o allontanati dalle loro famiglie; la onlus gestisce anche migranti minorenni che arrivano in Italia non accompagnati.
Alcuni educatori del centro hanno seguito le operazioni di ricerca del ragazzo. Quando si sono concluse le investigazioni dopo il ritrovo del corpo del 18enne annegato nel Pò, gli educatori hanno dichiarato di essere “sconvolti”. Presente sul luogo del ritrovo un funzionario del consolato del Marocco, che ha annotato i dati anagrafici del giovane. Dovrà essere avvisata la famiglia che non vive in Italia.