Incriminazione Donald Trump a New York
Ieri, martedì 4 aprile del 2023 vi avevamo promesso dalla redazione di Ultimedalweb che vi avremmo tenuto informati sulle sorti di Donald Trump. Siamo pronti a raccontarvi tute le ultime novità. Come vi avevamo anticipati, il tycoon si è presentato davanti al giudice Juan Merchan alle ore 20.15 (italiane). Intorno alla sua persona c’erano imponenti misure di sicurezza. Nel video vi mostriamo alcune immagini che parlano da sole.
I giornalisti avevano ricevuto dei pass che consentivano l’accesso all’aula. Erano vietati computer e cellulari; anche le telecamere erano bandite. Inoltre, soltanto cinque fotografi erano stati accreditati. Per scrivere sull’evento si poteva utilizzare soltanto carta e penna. Ma le teste di tanti professionisti sono abituati ad immagazzinare informazioni e rielaborarle, motivo per cui nessuno si è sorpreso di trovare sulla stampa stamane un racconto dettagliato di quanto è accaduto ieri nell’aula di Giustizia in un’ora di dibattimento.
Trump si è presentato puntualmente all’appuntamento con la Giustizia. Quando ha abbandonato il 26° piano della Trump Tower di Manhattan, dove aveva trascorso la notte, l’ex Presidente si è rivolto verso il Tribunale con il pugno alzato. Il candidato repubblicano è arrivato in Tribunale vestito con un completo oscuro e cravatta rossa. Era accompagnato dai suoi avvocati, Todd Blanche, Susan Necheles e Joe Tacopina.
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Le accuse reciproche e la conferma di arresto
In un’ora davanti al giudice Procura e Difesa si sono scambiate reciproche accuse. Il pubblico Ministero ha lamentato che Trump abbia incitato alla violenza e insultato e provocato la Procura; per contro, la Difesa ha giustificato l’atteggiamento adirato di Trump perché “perseguitato da tre anni e mezzo dalla Giustizia”. Poi, gli avvocati hanno accusato il procuratore Bragg di avere consegnato la notizia dell’incriminazione dell’ex Presidente alla stampa molto prima di averla resa ufficiale.
Alla fine dei confronti Donald Trump si è dichiarato “innocente” e il Giudice ha deliberato il suo arresto (tecnico), lasciandolo tuttavia libero di tornare a casa senza cauzione. Il tycoon non è stato ammanettato e non gli è stata scattata una foto segnaletica, che lui avrebbe desiderato per utilizzare nella sua campagna politica. Tuttavia, gli sono state prese le impronte dattilarie come a qualunque altro americano incriminato. Il Giudice ha aggiornato la sessione alla prossima udienza, fissata il 4 di dicembre del 2023. Probabilmente il processo inizierà a gennaio del 2024.
Tre questioni imbarazzanti da silenziare
L’incriminazione include il reato di cospirazione e diversi pagamenti di Donald Trump per evitare scandali nella sua campagna presidenziale del 2016. Non sono contestate le scelte dell’uomo che vuole che “i panni sporchi si lavino in casa” e fa di tutto per evitare che si diffondano le notizie scomode. Quello che la Procura contesta è il falso documentale per pagare il silenzio, la menzogna, l‘inganno, la corruzione e tanti altri eccetera che risultano al fascicolo della Procura. Ma… quali sono i tre principali argomenti che hanno fatto infuriare il procuratore distrettuale di New York, l’afroamericano Kevin Braggs?
- Donald Trump corrispose alla pornostar Stormy Daniels 130.000 dollari per comprare il suo silenzio in merito alla relazione che mantennero nel 2006;
- L’ex Presidente fece consegnare 30 mila dollari ad un ex portiere della Trump Tower, che sosteneva che il tycoon aveva avuto un figlio al di fuori del matrimonio;
- Il ricchissimo magnate fece corrispondere alla modella di Playboy Karen McDougal 150 mila dollari per non far conoscere la sua storia
Chi è Karen McDougal?
Karen McDougal è una ex modella e attrice di 52 anni. Nata a Gary, una cittadina nell’Indiana vicino a Chicago (Illinois). McDougal era un’insegnante di scuola materna prima di iniziare la sua carriera di modella. A Playboy è arrivata nel 1998. Avrebbe conosciuto Donald Trump nel 2006, come Stormy Daniels. In quell’anno la moglie di Trump, Melania, diede alla luce il figlio comune Barron. L’ex coniglietta di Playboy ha dichiarato che il loro rapporto è durato circa due anni, a intervalli intermittenti. Conobbe il tycoon in una festa della Playboy Maison e poi si frequentarono, incontrandosi regolarmente nello stesso bungalow ogni qualvolta il tycoon era a Los Angeles.
Sul compenso che avrebbe ricevuto la McDougal ci sono diverse versioni. L’editore dell’National Inquirer (in giornale scandalistico del gruppo American Media Inc) ha ammesso di avere pagato a Mc Dougal 150 mila dollari di diritti sulla sua storia. L’ha comprata per evitare che la donna la diffondesse durante la campagna presidenziale di Trump nel 2016. La pratica si denomina “catch and kill” ed è legale. Tuttavia, la Commissione elettorale federale degli Stati Uniti dichiarò nel 2021 che il pagamento a McDougal equivaleva a un contributo illegale alla campagna a vantaggio di Trump. Questo costò alla società editrice 187.500 dollari. Un bel gruzzoletto per avere agevolato l’ascesa del tycoon!