Il suicidio di Stato e le beghe dell’ultimo minuto, 4 liti di peso nelle ultime ore

By Ana Maria Perez

Il suicidio di Stato e i litigi delle ultime ore

Che ce ne siano tante opinioni diverse in un Paese da quasi 60 milioni di abitanti è un dato di fatto. Che tutti non condividano le stesse scelte, è una conseguenza logica, dal momento in cui esiste la libertà di pensiero. Che alcune delle scelte fatte dai nostri rappresentanti istituzionali siano storiche e altre molto sofferte, non è da mettere in dubbio. Quello che fa riflettere è l’accanimento tanto diviso delle parti nel proporre soluzioni comuni e a volte impopolari che devono (per forza) trovare la via del compromesso per un nutrito gruppo di cittadini.

Oggi vi parleremo in questo post delle ultime decisioni controverse, e contrastate, che sono state assunte dai nostri rappresentanti politici e che interesseranno le nostre vite nel prossimo futuro.

suicidio di Stato

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Perché è stata denominata la morte assistita “suicidio di Stato”?

Anche se il fatto è accaduto il 24 novembre, è stato reso noto soltanto ieri, 12 dicembre. In cosa consiste questo “suicidio di Stato” per alcuni denominato “suicidio pagato dai contribuenti”? Si tratta della morte di Anna (nome di finzione), 55 anni, di Trieste, affetta da SLA, che ha posto fine alla sua vita dopo lunghe sofferenze e diatribe giuridiche (ASL e Tribunale).

Di fatto, la notizia che ha fatto scalpore è che per accompagnare la donna in questo gesto, il Servizio sanitario nazionale ha fornito il farmaco e messo a disposizione un medico. Ecco perché ora si tratterebbe di “suicidio di Stato”. Questa decisione tanto controversa ha portato a forti attriti tra le forze politiche che inderogabilmente dovranno portare a legiferare in merito.

Finora a supplire alla mancanza di una legge, avevano provveduto Marco Cappato e l’associazione Luca Coscioni. E proprio una sentenza della Corte costituzionale del 2019, sul caso Cappato-Antoniani, che ha aperto la breccia nella storia di Anna e che ora dovrà trovare un seguito in Parlamento.

Marco Cappato allEuroparlamento
Marco Cappato, Presidente dei Radicali Italiani

Le 4 liti di peso delle ultime ore

1) Il mes (meccanismo europeo di Stabilità), lo scontro tra Meloni e Conte

Giorgia Meloni ha attaccato, usando toni molto duri, Giuseppe Conte, che avrebbe dato l’assenso alla modifica del trattato del Mes un giorno dopo essersi dimesso, con il favore delle tenebre“. La risposta dell’ex premier non si è fatta attendere: “Meloni quando parla di Mes diventa paonazza, si agita. Forse perché è stato introdotto con un disegno di legge approvato nel 2011 con il governo Berlusconi e lei ministro?“.

Meloni ha spiegato che la ratifica la deciderà il Parlamento. Che, tuttavia, non ne discuterà ora, come invece era inizialmente previsto. Il mandato è aspettare la fine della trattativa sul Patto di stabilità. E la premier insiste nel dire che lei “non svenderà l’Italia”. Nel frattempo, altri Paesi europei negli anni hanno aderito e utilizzato i fondi MES, ad esempio: Irlanda (2010-2013), Grecia (2012-2018), Spagna (2012-2013), Cipro (2013-2016) e Portogallo (2011-2014)

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Giorgia Meloni

2) Draghi, la foto e le accuse al Pd

I giornali di oggi, 13 dicembre, aprono con la frase pronunciata dalla premier Meloni: “Mi ha molto colpito che si è fatto riferimento al grande gesto da statista fatto dal mio precedessore. Per alcuni la politica estera è stata farsi foto con Francia e Germania quando non si portava a casa niente. L’Europa non è a tre ma a 27, bisogna parlare con tutti: io parlo con Germania, Francia e pure con l’Ungheria, questo è fare bene il mio mestiere“. La premier alludeva alla foto di Mario Draghi, sul treno per Kiev, con Olaf Scholz e Emmanuel Macron.

Subito sono partite le critiche a raffica. Ma Giorgia precisa subito che il suo non era un attacco al ex Premier, bensì al Pd: “lui non c’entra niente, anzi ho rispettato la sua fermezza di fronte alle difficoltà che aveva nella sua maggioranza, ma al Pd, che usa quella foto (…) Preferisco essere accusata di essere isolata, piuttosto che di svendere l’Italia, come è accaduto per anni”.

3) Scontro sul superbonus

Anche questa è una battaglia in Aula. Forza Italia tenta di chiedere una proroga per completare i lavori con il superbonus. Ma Giancarlo Giorgetti dice no. In tutto il pomeriggio di martedì ci sono state voci di un compromesso, con i relatori della manovra, Guido Quintino Liris (Fratelli d’Italia ) e Dario Damiani (Forza Italia), che parlano di un intervento in extremis per prorogare in qualche modo il Superbonus. Ma vengono smentiti dal ministero dell’Economia e delle finanze, che in una nota “esclude (e smentisce) qualsiasi ipotesi di proroga del Superbonus circolata in queste ore e pubblicata da alcuni organi di stampa“.

Non c’è accordo perché la norma voluta e introdotta dal governo Conte, secondo il Mef costa troppo e va abolita subito. “È un macigno sui nostri conti pubblici“.

aula

4) I dissapori coinvolgono anche Elon Musk

Se pensate che Elon Musk non c’entri niente con le beghe politiche vi sbagliate. Perché il Manager di Tesla e X (ex Twitter), l’ospite a sorpresa di Atreju, la tradizionale festa di Fratelli d’Italia, che si terrà da domani al 17 di dicembre a Roma. Tra gli ospiti ancora non confermati, il premier britannico Rishi Sunak. Tra quelli confermati, e contestati, il leader dell’estrema destra spagnola Vox Santiago Abascal. Tra gli outsider, l’allenatore della nazionale Luciano Spalletti.

Intanto il Pd protesta contro il Tg1 per un servizio sulla kermesse. La direzione del telegiornale replica spiegando che mai era stata così presente l’opposizione nei servizi.

elon musk X

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