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Addio allo sconto in fattura e alla cessione del credito per il Superbonus

Nuove regole per gli interventi nell’edilizia. Solo credito d’imposta

Cambiano le regole per il Superbonus. Il decreto del governo sugli interventi edilizi raggela le aziende. Stop allo sconto in fattura e alla cessione dei crediti. Inoltre, non potrà essere sviluppata in alcun modo l’iniziativa, partita bene, da parte di alcuni enti pubblici , di acquistare crediti fiscali incagliati.  In pratica, l’unica possibilità che rimane adesso è la detrazione fiscale in dieci anni. Una decisione che non ha trovato il plauso di tutti. Per la detrazione fiscale è necessario avere un reddito capiente e l’età giusta. Ad esempio, un 60 enne che fa lavori di ristrutturazione, potrebbe non “recuperare” il credito fiscale se va in pensione prima di avere compiuto 70 anni. Eccezione è fatta soltanto per coloro che hanno già presentato la dichiarazione di inizio lavori (Cila), che potranno ancora ricorrere al “vecchio” sistema.

Per quali lavori è previsto lo sconto in fattura e la cessione del credito?

Al momento sono tanti i lavori per cui è previsto lo sconto in fattura e la cessione del credito. In primis, il bonus ristrutturazione, che prevede la detrazione del 50% del costo del lavoro distribuita in 10 anni. E’ previsto per i lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia. Possono essere incluse le spese sostenute per manutenzione ordinaria quando esse riguardano le parti comuni di spazi condominiali. Altro bonus finito nel mirino del governo è l‘ecobonus; la misura prevede la detrazione del 50% o del 65% per lavori di efficientamento energetico, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti voltaici. Anche il bonus facciate con cessione del credito d’imposta (60% per il recupero delle facciate esterne degli immobili) va in pensione.

Governo e opposizione

Il Governo ha dichiarato che il Superbonus non è un problema. Il problema sarebbe legato ai meccanismi di cessione disegnati quando è stata proposta l’agevolazione. Secondo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, l’obiettivo sarebbe risolvere il nodo dei crediti (110 miliardi di euro) e mettere in sicurezza i conti pubblici. Il leader del movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha replicato che la decisione è un “colpo letale all’edilizia” e ha attaccato il governo per avere promesso agli italiani che avrebbe mantenuto il bonus edilizio. Alcuni opinionisti tacciano il sistema di bonus come “droga“; ora, la rimodulazione farà andare gli utilizzatori in “crisi di astinenza”. Si salvi chi può! Fino al prossimo decreto!

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Autore

Ana nasce in Spagna, si laurea a 22 anni in Scienze Liguistiche e della Comunicazione. Dopo un'esperienza nel Regno Unito si trasferisce a Trieste, dove vive tuttora. Ha maturato esperienza come consulente aziendale e collaborato con diverse case editrici. Ha pubblicato cinque libri ed è copyrighter e Search Quality Rater.View Author posts

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