Messico, migranti verso gli USA
Vi raccontiamo spesso dei migranti, dei profughi e delle storie che lasciano alle spalle in altri Paesi le persone che lottano per una vita degna di tale nome. L‘Italia si trova al centro delle notizie di cronaca che riguardano sbarchi e immigrazione clandestina a causa della sua ubicazione, che la rende agevole per migranti che arrivano dalla Turchia, dalla Libia e dalla Tunisia. Ma non è la sola a subire il problema migratorio e a dovere combattere con leggi che a volte si scontrano con l’Umanità. Anche gli Stati Uniti devono affrontare la migrazione clandestina degli ispani, che per la maggior parte giungono dal Messico.
Il centro per migranti sul confine tra Messico e Texas
Ciudad Juarez (nota come Paso Norte) è una città popolosa dello stato del Chihuahua . Si trova di fronte a El Paso, in Texas, tra il Messico e gli Stati Uniti. E’ considerata la città più pericolosa del mondo, soprattutto per fatti collegati al narcotraffico. Almeno 950 bande armate operano regolarmente nella città di confine. Trovandosi nelle vicinanze degli USA, le forze dell’ordine devono anche affrontare problemi migratori. Nella notte tra lunedì 27 e martedì 28 di marzo si è verificato un incendio nel centro per rifugiati della città. Il rogo ha provocato 39 morti e 29 feriti. Quando la notizia è stata diffusa, si è ipotizzato che si fosse trattato di un tragico incidente.
Le fiamme e il video dell’orrore
Nelle ultime ore, grazie ad alcuni video che sono stati diffusi in rete, è stato scoperto che il massacro si sarebbe potuto evitare. Ma quello che ha colpito la popolazione e ha fatto scattare la rabbia sui social è stata l’evidenza che quelle morti sono state provocate dalla totale inerzia dei secondini che si trovavano presenti nella struttura al momento dei fatti. I secondini sono dipendenti dell’INM (Istituto Nazionale per le migrazioni) e si occupano della sicurezza del centro per migranti. Nelle immagini si vedono le fiamme e il fumo, e almeno due agenti che bloccano le uscite dopo lo scoppio dell’incendio all’interno della struttura.
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Qui potete vedere le immagini, drammatiche, che raccontano i fatti e inchiodano i secondini. Il video ha una durata di 32 secondi. Vi avvisiamo che potrebbero colpire la Vostra sensibilità Dall’interno, un uomo prende a calci un cancello che sembra essere chiuso a chiave. Dall’altra parte delle sbarre, gli agenti scappano dando le spalle ai migranti.
In una nota diffusa sui social, l’INM informa dell’accaduto e comunica che ha chiesto alle Autorità di aprire un’indagine in merito a quanto accaduto, onde potere valutare le eventuali responsabilità
Le reazioni
Ultimamente si parla molto di Intelligenza Artificiale. Recentemente ha fatto notizia l’immagine di Papa Francesco, che indossava un piumino bianco, più adatto ad un adolescente che a Sua Eminenza. Effettivamente, la foto si è rivelata falsa, in quanto frutto dell’Intelligenza Artificiale, che riesce a riprodurre immagini del tutto inventate come se fossero reali.
Tuttavia, questo non è il caso del video che vi abbiamo proposto, perché il ministro dell’interno Adan Augusto Lopez, ha confermato la veridicità delle immagini. Il Presidente Messicano, Andrés Manuel López Obrador, ha dichiarato che inizialmente i profughi non erano riusciti a scappare perché alcuni materassi erano collocati a ridosso dell’uscita delle celle. Secondo lui, i rifugiati non hanno pensato alla tragedia che le loro scelte avrebbero potuto provocare e che si è verificata.
Le vittime e la loro provenienza
La maggior parte dei migranti presenti nella struttura proveniva dall’America Centrale e dal Venezuela: ventotto delle vittime erano guatemaltechi. Il vice ministro degli Esteri dell’Honduras ha confermato che le altre 11 vittime erano scappate da detto Paese.
I centri di accoglienza e detenzione dell’Istituto Nazionale per le migrazioni
Secondo l’ultimo rapporto della Commissione messicana per i diritti umani (CNDH), nel 2019 c’erano 53 centri di detenzione dell’INM in tutto il Messico, con una capacità totale ufficiale di circa 3.000 persone. In realtà il numero dei rifugiati sarebbe molto superiore a 25 mila persone.