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Carne sintetica, niente produzione ma via all’import, un business da 450 miliardi di dollari

Carne sintetica dopo le farine di insetti

Per noi di Ultimedalweb è importante aggiornarvi su quello che mangiate. Spesso vi forniamo informazioni in merito ai prodotti che vengono ritirati dagli scaffali, agli allergeni, ai pericoli alimentari e alle nuove normative e regolamenti alimentari. Recentemente vi abbiamo parlato delle farine di insetti e del primo bar in Italia che vende le brioche con farina di grillo. Oggi vi vorremmo aggiornare in merito al decreto sulla carne sintetica approvato ieri 28 di marzo dal Consiglio dei Ministri e, se ce lo consentirete, faremo un viaggio con voi attraverso i meandri della sua produzione.

Cosa dice il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri?

Il decreto vieta la produzione e distribuzione in Italia di alimenti creati a partire da colture cellulari o tessuti di animali vertebrati.  Francesco Lollobrigida ha portato alla seduta del Consiglio dei ministri la sua proposta, che è stata accolta con parere favorevole. Tuttavia, il divieto di circolazione in Italia non verrà applicato ai prodotti che saranno stati autorizzati dall’Efsa (Autorità per la sicurezza alimentare) ad altri produttori ubicati all’interno dell’UE. Varrà la regola comunitaria della libera circolazione dei beni e dei servizi.

La carne sintetica, “carne di Frankenstein”

Il ministro Lollobrigida non ha mai nascosto il suo pensiero in merito alla carne sintetica, che ha definito apertamente cibo degenerato. A supportare il suo parere, la Coldiretti che, in tempi non sospetti (2021), aveva già utilizzato il termine “carne di Frankenstein” in riferimento alla carne sintetica. Tuttavia, le associazioni animalisti non ci stanno. In primo piano l’Oipa, che chiarisce il concetto di carne sintetica e critica la decisione dell’esecutivo. Secondo l’organizzazione internazionale protezione animali, la definizione di “carne sintetica” è “volutamente erronea atta a suscitare un’ingiustificata repulsione“. In realtà sarebbe una produzione una produzione” “che non lede il benessere animale, la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare

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La carne in vitro

La carne in vitro è legale negli Stati Uniti e a Singapore. La tecnica di laboratorio permette di produrre chili di carne senza uccidere animali, e senza pericolo di inquinamento. E’ una soluzione, dicono in tanti, per chi non è pronto a diventare vegetariano ma ci tiene alla sostenibilità. Com’è noto, l’allevamento di animali provoca il 17% di gas serra dispersi nell’ambiente. Entro il 2030 la carne sintetica potrebbe costare quanto quella animale, per raggiungere entro il 2040 un volume di affari pari a 450 miliardi di dollari, ovvero un quinto dell’intero mercato globale della carne. I dati sono degli analisti di Barclays.

Le sanzioni previste per chi non rispetta la legge

Le sanzioni amministrative pecuniarie vanno “da un minimo di euro 10 mila fino ad un massimo di euro 60 mila, ovvero fino al 10% del fatturato totale annuo realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione, quando tale importo è superiore a euro 60 mila”.

Una volta accertata la violazione, è prevista “la confisca del prodotto illecito, l’applicazione delle sanzioni amministrative del divieto di accesso a contributi, finanziamenti o agevolazioni o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati da parte dello Stato, da altri enti pubblici o dall’Unione europea per lo svolgimento di attività imprenditoriali, per un periodo minimo di un anno e fino al massimo di tre anni, nonché la chiusura dello stabilimento di produzione, per lo stesso periodo“.

Gli studi e la ricerca nel mondo

Negli ultimi anni molti gruppi di ricerca spinti dai risultati del cambiamento climatico e dalla sensibilizzazione della popolazione in merito alla sostenibilità, si sono spinti nella sperimentazione di metodi per produrre in laboratorio una carne simile a quella tradizionale.

Nel 2021 un gruppo di ricercatori giapponesi (Università di Osaka) ha proposto una tecnica di bioprinting, Potete visionare qui l’articolo pubblicato dalla rivista Nature Communications. Altri ricercatori giapponesi, questa volta dell’Università di Tokyo, nel 2022 hanno pubblicato uno studio che presenta un metodo che consiste nella sovrapposizione di “fogli” di cellule muscolari bovine.

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Anche in Italia si sperimenta da anni la produzione di carne sintetica. Nei laboratori Bruno Cell del Cibio, il dipartimento di biologia cellulare computazionale e integrata dell’Università di Trento, con gli scienziati Luciano Conti e Stefano Biressi si lavora sulla coltura della carne. La Bruno Cell finanzia programmi di dottorato di vario tipo, progetti triennali di ricerca focalizzati sulla carne colturale ed è aperto a richieste di stage o collaborazioni scientifiche.

Autore

Ana nasce in Spagna, si laurea a 22 anni in Scienze Liguistiche e della Comunicazione. Dopo un'esperienza nel Regno Unito si trasferisce a Trieste, dove vive tuttora. Ha maturato esperienza come consulente aziendale e collaborato con diverse case editrici. Ha pubblicato cinque libri ed è copyrighter e Search Quality Rater.View Author posts

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