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Reddito d’infanzia e Assegno di Gioventù 2024, nuovi bonus da 250 a 400 euro al mese, per chi?

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Reddito d’infanzia e assegno di gioventù, nuove misure di sostegno alle famiglie

Come sapete, da ultimedalweb abbiamo parlato spesso di denatalità e dei rincari; e ci piace tenervi aggiornati su bonus, agevolazioni, concorsi, opportunità. In questo caso vi parliamo di una misura a favore delle famiglie che potrebbe essere approvata nella manovra di bilancio 2024. Si tratta di contributi in denaro per aiutare i genitori a mantenere figli piccoli o in età scolastica.

Il reddito d’infanzia e l’assegno di gioventù sono due proposte di legge presentate da Fratelli d’Italia per sostenere la natalità, la genitorialità e l’occupazione femminile in Italia. Si tratta di due contributi economici da erogare alle famiglie con un reddito inferiore ai 90 mila euro e con figli a carico. Le due misure sono ancora in fase di discussione e non si sa se saranno approvate nella prossima manovra di bilancio 2024. Per finanziarle, si ipotizza di utilizzare le risorse rimanenti dalla distribuzione dell’assegno unico, stimate in almeno un miliardo di euro. Vediamo in che cosa consistono entrambe le agevolazioni e a chi spetterebbero.

Entrambe le proposte sono state presentate nella proposta di legge n. 1019 dal Deputato di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, ed è stata depositata alla Camera il 17 marzo 2023.

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Tommaso Foti
Tommaso Foti

In queste settimane preparatorie alla nota di aggiornamento del DEF 2023 e alla redazione della Legge di Bilancio 2024 (da approvare entro il 31 dicembre 2023), il Governo sta valutando di inserire la proposta nel cosiddetto “Pacchetto famiglia” della Finanziaria in corso di definizione.

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Il reddito d’infanzia, un assegno mensile da 400 euro

Il reddito d’infanzia consiste in un assegno di 400 euro al mese per i primi 6 anni di vita di ogni figlio, cumulabile con l’assegno unico universale. L’importo sarebbe aumentato in caso di figli con disabilità o di famiglie monogenitoriali. Per ciascun figlio con disabilità riconosciuta ai sensi dell’articolo 3 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, sarebbe maggiorato del 100%, mentre in caso di nucleo familiare con un solo genitore la maggiorazione sarebbe del 60%.

L’assegno di gioventù

L’assegno di gioventù è un assegno di 250 euro al mese per ogni figlio tra i 7 e i 25 anni di età, a condizione che sia iscritto a un istituto scolastico o universitario. Lo scopo è quello di favorire l’istruzione dei giovani e contrastare la dispersione scolastica.

Altri sostegni alle famiglie, partendo dall’asilo nido

Oltre ai due contributi economici, la proposta di legge prevede anche altre misure a favore delle famiglie, come l’adeguamento dei posti disponibili negli asili nido, il prolungamento degli orari di servizio, l’apertura anche nei mesi estivi e la promozione di asili nido familiari sul modello tedesco della tagesmutter. Inoltre, si propone di introdurre il quoziente familiare per assicurare un prelievo fiscale più equo e progressivo in base al numero dei figli.

tagesmutter

La figura della Tagesmutter

Le tagesmutter sono delle donne che offrono un servizio di accoglienza e cura dei bambini presso la propria abitazione, in un ambiente familiare e con un piccolo gruppo di coetanei. Il termine tagesmutter significa “mamma di giorno” in tedesco e deriva dal modello di assistenza all’infanzia diffuso nel Nord Europa. Le tagesmutter sono qualificate come educatrici e seguono dei percorsi formativi e di aggiornamento. Inoltre, operano in accordo con una cooperativa o un’associazione che garantisce la qualità del servizio e il rispetto delle normative. Sono una soluzione alternativa al nido o alla tata, flessibile e qualificata.

Una proposta per contrastare la disoccupazione femminile

A più ampio raggio, la proposta di legge stabilisce:

  1. un aumento del Fondo per il sostegno dei caregiver familiari;
  2. un quoziente familiare che basi la tassazione sul reddito complessivo della famiglia piuttosto che su quello individuale, con una diminuzione delle imposte in base al numero di figli;
  3. un sostegno alle famiglie nell’ambito dei servizi di trasporto locale;
  4. una detrazione delle spese sostenute dai neogenitori per sedute di psicoterapia per contrastare il fenomeno delle depressioni post partum;
  5. una disciplina di maggior favore in materia di durata del congedo di maternità e di trattamento economico per i periodi di congedo parentale;
  6. l’obbligo di spazi attrezzati per il cambio di neonati negli edifici accessibili al pubblico, nelle aree verdi e negli esercizi commerciali.

Per sostenere l’occupazione femminile la proposta prevede:

  1. agevolazioni fiscali per chi assume donne “in età fertile”, stabilita sotto i 35 anni, o neomamme (che abbiano un figlio sotto i 12 mesi);
  2. agevolazioni per l’accesso al part-time, per garantire flessibilità nella scelta dell’orario di lavoro;
  3. esenzione contributiva per tutte le assunzioni effettuate per sostituire donne in maternità

Le critiche alla proposta da parte delle opposizioni

Secondo i partiti dell’opposizione, le due proposte sono troppo focalizzate sulle misure economiche e trascurano gli altri aspetti che influenzano la natalità e la genitorialità. Il reddito d’infanzia e l’assegno di gioventù si basano solo sugli aspetti economici di avere figli, e non considerano i fattori culturali, sociali, psicologici, sanitari che influiscono sulle scelte riproduttive. Si potrebbe così avere un effetto limitato o nullo sulla natalità, se non si accompagnano le misure economiche con altre iniziative a favore della conciliazione tra vita familiare e lavorativa, della valorizzazione del ruolo genitoriale, della tutela della salute materno-infantile, ecc.

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