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Termometro del dolore tramite l’intelligenza artificiale, prove su 143.293 immagini facciali

termometro del dolore

Termometro del dolore, in che cosa consiste?

Ancora una volta vi parliamo da ultimedalweb di intelligenza artificiale, e ancora una volta si tratta di una novità che può apportare notevoli vantaggi alla medicina. Si tratta del termometro del dolore, un sistema basato sull’intelligenza artificiale che interpreta le espressioni facciali dei pazienti per valutare il loro livello di dolore in modo oggettivo e continuo. Questo sistema potrebbe migliorare l’assistenza e il trattamento del dolore, soprattutto in situazioni in cui i pazienti non possono comunicare verbalmente o sono influenzati da pregiudizi razziali o culturali. In questo post vi spieghiamo in che cosa consiste.

termometro del dolore Ansa
Foto ANSA

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La ricerca da parte dell’Università della California

Il termometro del dolore è stato sviluppato da ricercatori dellUniversità della California a San Diego e presentato al convegno della Società Americana di Anestesiologia, che si tiene a San Francisco fino al 20 ottobre. Il sistema si basa su un modello di intelligenza artificiale che analizza le immagini facciali dei pazienti, in particolare i muscoli di sopracciglia, labbra e naso, e assegna un punteggio di dolore da 0 a 10.

Timothy Heintz, autore del progetto, ha dichiarato che nei metodi di rilevazione esistenti a questo momento ci sono molte lacune (che poi vedremo in questo post). Secondo lui, “il nostro modello potrebbe contribuire a migliorare l’assistenza ai pazienti attraverso il rilevamento del dolore in tempo reale e obiettivo“.

timothy Heintz
Timothy Heintz

143.293 immagini facciali di 69 pazienti

Il sistema è stato addestrato con oltre 140 mila immagini facciali relative a episodi di dolore e non dolore in 69 pazienti sottoposti a diversi tipi di interventi chirurgici, che rappresentavano 115 episodi dolorosi e 159 non dolorosi. L’Intelligenza Artificiale, dopo essere stata “istruita”, ha imparato a valutare il dolore proprio grazie alle espressioni facciali, soprattutto quelle dei muscoli intorno alla bocca, al naso e alle sopracciglia. Il sistema ha mostrato una buona correlazione con il metodo tradizionale di valutazione del dolore, chiamato Cpot (Critical Care Pain Observation Tool), con un 88% di corrispondenze.

In che cosa consiste lo strumento utilizzato attualmente?

Il Cpot è uno strumento di valutazione del dolore usato per i pazienti critici che non possono comunicare verbalmente. Si basa sull’osservazione di quattro indicatori: l’espressione facciale, il movimento del corpo, la tensione muscolare e la conformità al ventilatore. Per ogni indicatore, il paziente riceve un punteggio da 0 a 2, dove 0 indica assenza di dolore e 2 indica massimo dolore. Il punteggio totale del Cpot varia da 0 a 8, dove un valore maggiore di 2 suggerisce la presenza di dolore. Il Cpot è stato validato in diversi contesti clinici e ha mostrato una buona affidabilità e sensibilità. Si usa per monitorare il dolore dei pazienti e adeguare il trattamento analgesico in base alle loro esigenze.

I limiti del Cpot

Come indicato dal creatore del termometro del dolore con l’intelligenza artificiale, Timothy Heintz, “i tradizionali strumenti di valutazione del dolore possono essere influenzati da pregiudizi razziali e culturali, con conseguente scarsa gestione del dolore e peggioramento degli esiti sanitari“. Di fatto, il Cpot ha alcuni limiti che ne possono compromettere l’accuratezza e l’efficacia, come ad esempio:

Richiede una formazione specifica degli operatori sanitari che lo utilizzano, altrimenti potrebbero esserci delle discrepanze nella valutazione del dolore tra diversi osservatori; pertanto, parliamo di formazione aggiuntiva necessaria. Inoltre, il Cpot non tiene conto delle differenze individuali dei pazienti, come genere, età, cultura, personalità, condizioni psicologiche e esperienze pregresse di dolore (la soglia del dolore è diversa tra gli individui).

Un ulteriore limite del Cpot è che non considera il tipo e la causa del dolore, che potrebbero influenzare la sua intensità e la sua espressione; inoltre, non è in grado di valutare il dolore cronico o il dolore neuropatico, che hanno delle caratteristiche diverse dal dolore acuto.

Pertanto, se i risultati dello studio con l’intelligenza artificiale verranno confermati, il termometro del dolore potrebbe diventare uno strumento davvero utile per i medici, che potrebbero monitorare il dolore dei pazienti con telecamere montate su pareti e soffitti della sala post-operatoria.

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