Gino Paoli shock: “Luigi Tenco voleva spararsi ma sopravvivere”

By Luana Pacia

Gino Paoli non ha mai avuto paura: né quando si è sparato a cuore, né quando si è raccontato nella più totale onesta al Corriere. E ne ha dette delle belle.

L’amore secondo Gino Paoli

Gino Paoli è sempre stato un cantautore capace di toccare le note più delicate del cuore. Da quella sensibilità quasi femminile de “Il cielo in una stanza” all’amore famelico di “Vivere ancora“. Non sorprende che le donne si siano gettate ai suoi piedi, consci di trovarsi non di fronte al classico macho italico virile, ma a un uomo magrolino e bassino, ma che sapeva usare le parole. E questa è una dote rara.

Eppure di donne non ne ha mai corteggiate, sono state loro ad avvicinarsi a lui. Basta immusonirsi davanti a un bicchiere in un bar, affinché tutte si precipitassero, con quell’aria da poeta maledetto che andava di moda al tempo. Nonostante fosse sposato con Anna, i tradimenti erano all’ordine del giorno. A un certo punto si è trovato tra due donne innamorate: Ornella Vanoni e Stefania Sandrelli, proprio sulla prima ha un dolce ricordo.

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Io le ho insegnato a cantare: senza di me avrebbe continuato con le canzoni della mala con cui lei, di famiglia borghese, non c’entrava nulla. Ornella mi ha insegnato il sesso. Ero pieno di sensi di colpa. Con lei ho imparato a parlare facendo l’amore. Prima andavo a letto con chiunque respirasse; con Ornella ho scoperto la libertà e la naturalezza“.

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Gino Paoli con Ornella Vanoni

Su Stefania Sandrelli, invece la cosa naufragò. Tenco lo chiamò e gli disse di essere a letto con l’attrice. Gino Paoli si arrabbiò molto con entrambi, ma capì. Il suo amico voleva solo fargli capire che la Sandrelli non era la donna adatta a lui.

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Gino Paoli con Stefania Sandrelli e la loro unica figlia Amanda

Lo sparo al cuore, “imitato” da Luigi Tenco

A un certo punto della sua vita, Paoli medita riguardo al suicidio: “Provo con i barbiturici, il Nembutal, annaffiati con il calvados, ma non mi fanno niente. Penso di gettarmi di sotto; ma non voglio dare a mia madre il dolore di vedere un figlio straziato. Mi ricordo di avere due pistole. Faccio le prove sparando con la Derringer calibro 5 dentro un libro bello spesso, e vedo che il proiettile entra in profondità. Così mi corico sul letto, e mi sparo. Non alla testa, sempre per non dare quel dolore a mia madre. Al cuore“.

gino paoli tenco

Il proiettile si fermò al pericardio, non poteva essere operato. Semplicemente è rimasto lì dove è ancora adesso. Per diverso tempo faceva anche suonare il metal detector in banca, e chi ci credeva che quel signore famoso suonava perché aveva un proiettile al cuore.

Ma perché si sparò? Paoli dice semplicemente di essere stato curioso di sapere cosa ci fosse nell’aldilà. Anche Luigi Tenco si sparò, ma per lui andò peggio. Il cantante si suicidò dopo che il suo brano venne eliminato da Sanremo. A trovarne il corpo l’amico Lucio Dalla e Dalida che ne aveva cantato il brano “Ciao amore ciao” sullo stesso palco.

Secondo Gino quello di Tenco fu “un colpo di teatro non riuscito. Come se avesse voluto imitare me: spararsi, e restare vivo. Andava molto una droga arrivata dalla Svezia, il Pronox, che ti dava un senso di sdoppiamento, come se non fossi più responsabile di te stesso… Appena arrivò la notizia mi precipitai a Sanremo. Il festival andava fermato; e se fossi stato in gara sarei riuscito a fermarlo. Incontrai Lucio Dalla, e lo attaccai al muro. Avrebbe dovuto ritirarsi”.

Insomma, quella di Gino Paoli è stata una vita da film, quella di un tempo in cui i cantanti erano artisti puri e tormentati. Vale la pena leggere questi e altri fatti nella sua autobiografia, “Cosa farò da grande. I miei primi 90 anni“. Magari proprio sotto l’albero.

gino paoli
Cosa farò da grande. I miei primi 90

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