Omicidio Lentini: dopo averla uccisa è andato al bar

By Redazione

Emergono nuovi dettagli sulla morte di Naima, la 43enne trovata in casa senza vita con un coltello alla gola. Era stato il marito fratello di Massimo Cannone, marito della donna, a chiamare i soccorsi.

L’uomo avrebbe raccontato così ai carabinieri di essere entrato in stanza dopo la chiamata del fratello, e di avere trovato la moglie priva di vita e con un coltello alla gola, ma in realtà le cose starebbero diversamente.

Troppe falle nel racconto dell’uomo, troppe contraddizioni, che avrebbero portato gli inquirenti prima a sospettare di lui, poi avrebbero fatto scattare l’arresto.

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La versione iniziale del presunto omicida

Massimo Cannone ha riferito agli inquirenti che lui, la moglie e il figlio avevano cenato insieme intorno alle 19:30, poi il bambino era andato al supermercato dietro casa a comprare dell’acqua, mentre lui era uscito per andare da amici. Al suo ritorno aveva trovato la moglie riversa sul letto con un coltello alla gola, e avrebbe tentato “istintivamente” di estrarlo.

Ma la versione dei fatti non convinceva gli inquirenti: nessun segno di effrazione sulla porta, nessun segno di violenza sulla donna se non il colpo mortale, nessun segno di collutazione. La vittima era tranquilla, evidentemente colta di sorpresa, da qualcuno che conosceva.

La ricostruzione degli inquirenti

Secondo gli inquirenti, il quadro indiziario a carico del marito della donna era infatti molto grave.

Avrebbe sorpreso la moglie sul letto, una la avrebbe uccisa, poi sarebbe andato a bere una birra al pub con gli amici.

Solo al suo rientro avrebbe raccontato ai carabinieri di averla trovata senza vita.

La confessione

Massimo Cannone, messo alle strette, avrebbe infine confessato l’omicidio: ha ucciso la moglie mentre era stesa sul letto.

Poi avrebbe ripulito la scena del delitto e sarebbe uscito per andare a bere una birra. A dare il primo allarme è stato in realtà il cognato della donna, tanto è vero che lui è giunto a casa solo quando i soccorsi erano già sul posto.

Le indagini, condotte dal commissariato di Lentini e dalla Squadra Mobile, hanno subito evidenziato una scena del crimine inquinata, finalizzata a un depistaggio e alla sua futura fuga.

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