Morbillo, nuova emergenza in Europa: quali sono i sintomi, le terapie e come avviene l’incubazione

By Iole Di Cristofalo

Morbillo sintomi
Conoscere i sintomi del morbillo con il boom di casi è importante (foto di Pixabay)

Cresce il Morbillo in Europa: l’allarme OMS

L’Organizzazione Mondiale della Sanità si unisce all’Unicef nel denunciare l’aumento di casi di morbillo a livello mondiale. In Italia, si è tornati a parlare di questa malattia negli ultimi anni con i primi casi e focolai nelle scuole.

L’Unicef dallo scorso dicembre ha richiesto misure urgenti e soprattutto aumentare le vaccinazioni tra i bambini e gli adulti. Negli ultimi mesi, come le influenze stagionali e le varianti Covid anche il morbillo ha fatto aumentare il numero di casi. L’OMS ha chiarito che se non verranno adottate misure urgenti si registrerà una crescita continua di casi fino ad arrivare anche ad un’emergenza.

  • Vaccini: sono necessari sforzi urgenti per arrestare la trasmissione e prevenire un’ulteriore diffusione. È fondamentale che tutti i Paesi siano preparati a individuare rapidamente e a rispondere tempestivamente alle epidemie di morbillo.
  • I numeri: nel 2023 ha colpito tutte le fasce di età, i bambini soprattutto nella fascia 1-4 anni, due bambini su 5 si sono ammalati. Ad incidere il Covid, tutti concentrati sulla vaccinazione per il nuovo virus dimenticandosi della precedente malattia, tra il 2020 e il 2022, 1,8 milioni di neonati non hanno ricevuto il vaccino. Considerando anche gli adulti, lo scorso anno sono stati segnalati 30.000 casi di morbillo in 53 Stati europei, 941 casi nuovi rispetto allo scorso anno.

I sintomi del morbillo: come riconoscere questa malattia

Il morbillo è una malattia infettiva causata dai morbillivirus, è contagiosa e colpisce grandi e piccini. Dato che colpisce soprattutto in età scolare viene definita anche come malattia infantile, esiste il vaccino da tre richiami proprio per evitare il contagio nelle scuole e poi tra gli adulti.

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Tra i sintomi più noti e gravi del morbillo le famose bollicine rosse, i medici parlano di eruzione cutanea molto simile alla rosolia e alla scarlattina. Ci sono anche altri sintomi associati che fanno capire che si è di fronte ad una malattia infettiva. Tra questi indichiamo la febbre alta e improvvisa, può durare diversi giorni e provocare debolezza, poi il raffreddore con tosse secca e anche congiuntivite.

Tra gli altri sintomi tanti puntini bianchi all’interno della bocca. Il morbillo in generale dura tra i dieci e i venti giorni, l’eruzione cutanea che segue febbre e debolezza e tosse o raffreddore, dura fino a quattro o sette giorni. La supervisione del medico di famiglia o di infermieri diventa importante quando compaiono anche superinfezioni batteriche come otite media, laringite, diarrea, polmoniti e infiammazioni varie.

Incubazione del morbillo, terapie e vaccinazioni

Il periodo di incubazione del virus del morbillo è di dieci giorni, la febbre è il segnale dell’ingresso del virus. La contagiosità è di cinque giorni dopo l’eruzione cutanea. Il contagio avviene con secrezioni nasali e faringee, quindi per via aerea.

La terapia è solo sintomatica, per alleviare i sintomi prevede l’utilizzo di paracetamolo per contrastare la febbre alta, sciroppi contro la tosse secca e gocce per gli occhi. Il morbillo è una di quelle malattie che una volta prese non ritornano più però l’alta contagiosità, soprattutto tra i bambini.

Le dosi vengono chiamate Mpr perché contrastano altre due malattie infantili e anche rischiose per le madri in gestazione: parotite e rosolia. Prima dose al 12-15° mese di vita. Secondo richiamo verso i 5-6 anni o 11-12 anni.

Istituto Superiore della Sanità fa presente che “fino al 6°-9° mese, il neonato può essere protetto dagli anticorpi che gli vengono dalla madre se questa è immunizzata. La durata di immunizzazione del neonato è inferiore se la madre è stata immunizzata da un vaccino e non dal morbillo stesso“. E inoltre che “la vaccinazione non viene effettuata negli individui con deficit immunitario o sotto terapia immunosoppressiva (corticoidi, antineoplastici, antirigetto), né, per precauzione, nelle donne gravide o che desiderano esserlo nel mese successivo. Invece, è consigliato alle persone infette da Hiv che non hanno ancora sviluppato l’Aids.”

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