Ultimi aggiornamenti sulla morte di Cristina Frazzica: giovane ricercatrice, biologa e tirocinante

By Iole Di Cristofalo

Guido Furgiuele: identità dell’avvocato indagato per la morte di Cristina Frazzica

Guido Furgiuele è l’avvocato indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso nel caso della morte di Cristina Frazzica. La donna, trentenne, è deceduta a Posillipo dopo essere stata travolta sul kayak da un cabinato Vega di diciotto metri. Insieme a lei c’era un amico avvocato, che è riuscito a salvarsi. Gli investigatori della polizia giudiziaria e della Procura hanno analizzato i video del sistema di sorveglianza della residenza presidenziale Villa Rosebery. Sebbene non abbiano subito consentito un’identificazione certa, questi filmati hanno fornito un’immagine della dinamica dell’incidente. Lo scafo appartiene all’avvocato Guido Furgiuele, il quale ha prestato soccorso a Cristina Frazzica dopo l’incidente.

Si attendono gli esami dell’imbarcazione

Furgiuele ha dichiarato alla polizia giudiziaria che il natante viaggiava a una velocità moderata e che, per questo motivo, nessuno degli occupanti della barca si era accorto immediatamente dell’incidente mortale. Guido si è presentato in Procura assistito dal padre, anche lui avvocato, Alfonso Furgiuele. Si attendono gli esami sull’imbarcazione: secondo le dichiarazioni del legale indagato, solo in un secondo momento gli occupanti si sono resi conto di aver provocato un incidente.

L’inchiesta, condotta dal P.M. Toscano sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, è ancora in corso. Lo scontro tra il natante e il kayak è avvenuto a una distanza di 200-300 metri dalla costa. L’imbarcazione è sotto sequestro e gli inquirenti stanno ricostruendo la dinamica dell’accaduto attraverso i segni lasciati dall’impatto. Ci sono ancora molti interrogativi da chiarire, soprattutto riguardo al lasso di tempo tra il momento dell’incidente e la presa di coscienza da parte degli occupanti della barca.

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Perizia sulla salma di Cristina Frazzica per stabilire la causa di morte: è avvenuta sul colpo oppure per annegamento

L’amico soccorso da Furgiuele, che si trovava accanto a Cristina Frazzica sul kayak, si è miracolosamente salvato.

L’uomo è riuscito ad attirare l’attenzione sbracciandosi e urlando, e ora le indagini cercano di ricostruire questa dinamica. Gli inquirenti vogliono determinare se l’allontanamento dell’imbarcazione sia stato consapevole o meno. Dopo l’incidente nelle acque di Posillipo, l’SOS è stato lanciato circa mezz’ora dopo il recupero dell’uomo in mare. Il corpo senza vita di Cristina Frazzica è stato trovato a poca distanza dal punto di impatto, dove i soccorritori si sono fermati per prestare aiuto all’amico della vittima.

Le ipotesi suggeriscono che la barca viaggiasse a una velocità sostenuta e che la visibilità del guidatore fosse ridotta a causa della prua sollevata. I familiari di Cristina Frazzica sono arrivati a Napoli e hanno incontrato gli investigatori. Sulla salma verrà eseguita un’autopsia per determinare se la morte sia avvenuta sul colpo o se sia stata causata da annegamento o altre complicazioni subite in acqua.

Cristina Frazzica, il giorno dell’incidente

Cristina Frazzica
Cristina Frazzica, l’impatto vicino ad una villa presidenziale, le telecamere importanti ma non decisive.

Una giovane vita spezzata nel fiore degli anni e in uno degli scorci di mare più belli della costa napoletana, Posillipo. Cristina Frazzica, trentenne, tirocinante e di Voghera, aveva organizzato con un amico un giro in kayak, un’imbarcazione a remi caratteristica utilizzata per esplorare coste e lungomare dall’acqua. La tragedia è avvenuta di domenica pomeriggio, poco dopo che Cristina aveva condiviso su Instagram un’ultima storia che raccontava la bellezza del paesaggio, l’ultimo che avrebbe visto.

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Esempio di Kayak

L’amico, scampato alla tragedia, dovrà fornire la sua testimonianza per aiutare a chiarire cosa sia accaduto in acqua. Come si è verificato lo scontro con l’imbarcazione a motore che li ha travolti? La canoa si è ribaltata durante la collisione e l’impatto potrebbe aver colpito Cristina, causandone la morte o un pericoloso svenimento in acqua. Il suo corpo è stato ritrovato senza vita poco lontano dal luogo dell’incidente. Il natante era diretto verso gli attracchi partenopei di Mergellina e Napoli. Con gli sviluppi delle indagini sulla morte della trentenne, la Prefettura ha annunciato l’intenzione di aumentare i controlli per prevenire l’alta velocità e nuovi incidenti.