Centinaia di migranti morti in Grecia
Quando stiamo ancora leccandoci le ferite del naufragio di Cutro, ci giunge una notizia molto più scolvolgente (se si può): ieri è naufragato un peschereccio di nome ADRIANA che portava a bordo un numero imprecisato di migranti che si stima fossero intorno a 700, tra i quali moltissime donne e bambini. Dal mare sono stati recuperati 78 corpi senza vita, ma solo un centinaio di persone sono state salvate. Il resto degli occupanti risulta disperso. Vi raccontiamo l’orrore di questo dramma del mare e della disperazione.
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Gli avvistamenti in mare e il naufragio
Un aereo di Frontex aveva rilevato l’imbarcazione martedì 13 di giugno, e aveva informato le autorità competenti, ma secondo le Autorità, “nessuno ha chiesto aiuto“, “volevano raggiungere l’Italia“. A quanto pare, la guardia costiera greca e due mercantili di passaggio si sarebbero limitate a tirare bottiglie d’acqua ai migranti. Alarm Phone, la onlus umanitaria che rileva e denuncia la presenza di barconi in mare, accusa le Autorità greche di non avere mosso un dito per evitare la tragedia. Queste le parole dei rappresentanti di Alarm Phone:
“Avevamo allertato la Guardia Costiera ellenica alle 16:53 per questa imbarcazione in difficoltà, poiché le persone ci avevano chiamato per chiedere aiuto. Le autorità greche, e a quanto pare anche quelle italiane e maltesi, erano già state allertate diverse ore prima. Le autorità greche e le altre europee erano ben consapevoli di questa imbarcazione sovraffollata e inadeguata. Non è stata avviata un’operazione di salvataggio“
Poi il peschereccio si è ribaltato nella notte, disperdendo in mare il suo carico umano.
La destinazione del peschereccio fallita: l’Italia
Il peschereccio si è ribaltato a 47 miglia nautiche da Pylos nel Sud della penisola del Peloponneso. L’imbarczione era salpata da Tobruch, in Libia. Si dirigeva verso l’Italia, destinazione prescelta. A causa del sovraffollamento della nave, questa non ha retto quando gli ospiti si sono spostati da un lato all’altro del peschereccio, compromettendo l’equilibrio. Secondo Nikolaos Alexiou, il portavoce della Guardia Costiera greca, la parte esterna era sovraccarica di persone e presume che fosse altrettanto all’interno.
Nel punto esatto del naufragio il mare è profondo fino a 4.000 metri: quasi impossibile recuperare i corpi. Si cercano i dispersi, ma sembra un’impresa disperata. Il rischio è che il bilancio di questa nuova tragedia si trasformi in una ecatombe. Intanto, il primo ministro della Grecia, Ioannis Sarmas, ha annunciato un periodo di tre giorni di lutto nazionale per le vittime della tragedia. Il lutto è iniziato alle 21 di mercoledì (ieri) e terminerà a mezzanotte di venerdì (domani).
Nel frattempo, i superstiti, che sono uomini tra i 16 e i 40 anni, hanno trascorso la notte in un magazzino del porto e rimangono in attesa di essere trasferiti in un centro di accoglienza nell’entroterra ellenico.
Secondo le prime informazioni, i migranti provenivano da Siria, Pakistan, Egitto. Secondo le prime testimonianze, nessuno (né donne, né bambini né uomini) avrebbbero indossato il giubbotto di salvataggio.
Le persone a bordo, almeno 100 bambini
Alcuni giornali ellenici riportano questa mattina la testimonianza di un medico dell‘ospedale di Kalamata al quale un superstite ha detto della presenza di oltre 100 bambini nelle stive del peschereccio. La notizia non è stata ancora confermata.
Il cordoglio di Von der Leyen e di Charles Michel
La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha postato un tweet subito dopo avere saputo del naufragio: “Sono profondamente addolorata per la notizia del naufragio al largo delle coste greche e per i tanti morti segnalati. Sono molto preoccupata per il numero di persone scomparse. Dobbiamo continuare a lavorare insieme, con gli Stati membri e i Paesi terzi, per prevenire simili tragedie“.
Da parte sua, il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha dichiarato: “Sono profondamente rattristato dal tragico naufragio al largo della costa di Pylos nel sud della Grecia, con tante giovani vite perse. Un promemoria straziante che dobbiamo porre fine al business senza scrupoli dei trafficanti. I leader dell’Ue affronteranno la questione al vertice di giugno“.
Intanto, la commissaria UE agli Affari Interni, Ylva Johansson, spiega come il naufragio è “il segno del fatto che la nostra politica migratoria non funziona bene al momento“, e si augura che verrà cambiata con il nuovo Patto di migrazione e asilo.
Ylva Johansson
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