L’associazione Jama Pediatrics lancia l’allarme: a causa delle restrizioni e del’isolamento sociale, i problemi di salute mentale tra i giovani sono in aumento.
Si parla di un diffuso disagio mentale che porta i giovani ad avere difficoltà nelle relazioni, ma non solo: il rischio è anche quello di sviluppare disturbi alimentari , come “effetto collaterale” dell’isolamento forzato che i giovani sono stati costretti a subire.
Lo studio ha anche rilevato che il rischio di conseguenze negative sulla salute mentale è aumentato nei ragazzi più grandi piuttosto che nei bambini. I ragazzi, infatti, sono stati quelli che più hanno risentito dell’isolamento sociale, poiché le loro abitudini sono mutate drasticamente.
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I più colpiti? Quelli della scuola secondaria superiore. A quell’età, vi sono esperienze e traguardi che possono essere raggiunti solo tramite la condivisione e la socializzazione, elemento che negli ultimi due anni è venuto a mancare completamente.
“Non vivere nella normalità ‘pietre miliari’ come l’esame di maturità o i primi amori per la psiche di un giovanissimo è assimilabile a un lutto e come tale può essere un fattore scatenante di ansia e depressione”, ha spiegato a SkyTg24 Claudio Mencacci, co-presidente Sinpf e direttore emerito di neuroscienze e salute mentale al Fatebenefratelli-Sacco di Milano
Ma un’altra ombra è in agguato: quella dei disturbi alimentari.
A causa della pandemia, secondo una ricerca dell’Università Cattolica che ha coinvolto 482 studenti di 14-19 anni delle scuole superiori dell’Emilia-Romagna, il 16% degli adolescenti vede il cibo come un problema.
In aumento i giovani che non fanno colazione, così come quelli che hanno preso l’abitudine di saltare i pasti principali della giornata.
Inoltre, l’aumento dell’uso di device come smartphone tablet, ha contribuito inoltre a un isolamento ulteriore.
Ma cosa fare quindi se notiamo dei cambiamenti nei nostri ragazzi? In che modo i genitori e le famiglie possono agire per dar loro supporto?
Secondo gli esperti, gli antidepressivi, “possono e devono essere somministrati a un adolescente se è opportuno, ma occorre sempre un attento monitoraggio e un percorso di cura che tenga conto della situazione emotiva e cognitiva“