Il 13 maggio 1909, nacque il primo Giro d’Italia. Un evento sportivo molto diverso da quello a cui si assiste oggi, ma capace di scrivere una pagina della storia dello sport. Partì di notte, prevedeva giorni di pause e aveva poco tappe. Scopri questa e altre curiosità.
I vincitori del primo giro d’Italia
Il primo giro d’Italia aveva solo otto tappe. Potrebbero essere considerate poche rispetto alle 21 odierne, ma erano tappe difficili, lunghissime, stancanti, addirittura costringevano i corridori a fare uno o due giorni di pausa tra una frazione e l’altra. Partì da Piazzale Loreto a Milano e toccò numerose città italiane come Bologna, Chieti, Napoli, Roma, Firenze, Genova e Torino. Il complessivo macinato fu di 2447,9 km. La media delle frazioni era intorno ai 250-300 km, con la più breve da Torino a Milano che contava 206 km. Non sorprende che dei 127 partecipanti, solamente 49 riuscirono a completare la corsa premiando Luigi Ganna, Carlo Galetti e Giovanni Rossignoli.
Orari e squalifiche
L’orario scelto per l’inizio del Giro d’Italia fu quello delle 2.53 di notte. Molto particolare ma obbligato. Al tempo il ciclismo era seguitissimo in Italia, quasi più di adesso. Lo staff decise di evitare la calca di tifosi e concedere ai corridori un inizio tranquillo. Abbiamo già anticipato che pochi corridori arrivano al traguardo, ma diversi altri vennero squalificati. Al termine di Bologna – Chieti, ben 4 atleti vennero squalificati perché presero il treno!
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Non solo la Maglia Rosa
La maglia iconica del Giro d’Italia è quella rosa, creata per omaggiare il colore della Gazzetta, indossata dal leader della classifica generale. Esistono, però, anche altre maglie meno famose. Abbiamo quella:
- Ciclamino, lasciata al corridore con più punti nei traguardi intermedi e sugli arrivi;
- Azzurra, data al corridore con più punti raggiunti sulle cime;
- Bianca, indossata dal più giovane Under 25 con il miglior punteggio.
Dal 1946 al 1951 c’era anche la Maglia Nera, data all’ultimo in classifica. Un disonore? Beh, aveva anche un contentino in quanto era accompagnata da un premio in denaro. Ecco perché in molti si attardavano così da risultare all’ultimo posto. Non sorprende che sia stata eliminata!
La prima dichiarazione del vincitore
L’inizio del Novecento era un’epoca meravigliosa per lo sport, non ancora macchiato dagli sponsor, dalla pubblicità, dagli ingaggi milionari. Parliamo di un momento storico in cui lo sport era puro sport. Ecco perché la prima dichiarazione del vincitore, Luigi Ganna, non fu epica come molti si aspetterebbero oggi. Ai microfoni dei giornalisti disse solo una frase: «me brüsa tanto el cü», ovvero “mi brucia molto il deretano”.
In effetti, però, a pensarci, è molto più epica questa di qualsiasi altra!