Condanna di primo grado per Gianfranco Fini, la compagna Tulliani e i suoi famigliari
Gianfranco Fini è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione, mentre la sua compagna Elisabetta Tulliani ha ricevuto una pena più severa, cinque anni. Il processo riguardava l’acquisto di un’abitazione a Montecarlo e ha coinvolto anche il fratello di Elisabetta, Giancarlo, condannato a due anni, e il padre Sergio, condannato a cinque anni.
Dopo sette anni di indagini, il Tribunale di Roma ha emesso la sentenza di primo grado. La condanna è stata pronunciata per l’acquisto di un appartamento situato al numero 14 di Boulevard Princesse Charlotte a Montecarlo. La decisione è stata presa dopo due ore di camera di consiglio da parte dei giudici della quarta sezione collegiale.
L’accusa di riciclaggio di denaro coinvolge cinque persone, tra cui l’ex presidente della Camera e la sua compagna. Nonostante i magistrati abbiano escluso l’aggravante e riconosciuto attenuanti generiche a Gianfranco Fini, è stato contestato il suo ruolo nell’autorizzazione della vendita dell’appartamento a Montecarlo.
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Nonostante la condanna, Fini si dichiara sereno, sostenendo di non aver autorizzato la vendita dell’abitazione a una società legata a Giancarlo Tulliani. Quest’ultimo, coinvolto anche in un’inchiesta sulle slot machine, è stato arrestato dopo mesi di latitanza e la difesa ha già annunciato un ricorso in appello. Fini si mostra fiducioso nell’ottenere un’altra archiviazione del caso.
Le parole di Elisabetta Tulliani e la sintesi dei sette anni di inchiesta che hanno coinvolto Gianfranco Fini
Elisabetta Tulliani durante il procedimento ha scaricato le colpe sul fratello Giancarlo, ecco le dichiarazioni che ritroviamo su diverse agenzie. “Ho nascosto a Fini la volontà di mio fratello di comprare la casa di Montecarlo. Non ho mai detto a Fini la provenienza di quel denaro, che ero convinta fosse di mio fratello, il suo comportamento spregiudicato rappresenta una delle più grandi delusioni della mia vita”.
Riassumendo i sette anni di indagine collegati alla vendita della casa di Montecarlo, l’abitazione, lasciata in eredità alla politica da una contessa nel 1999, finisce nelle mani di Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, nel 2008. La vendita solleva polemiche e nel 2010, dopo uno scambio di accuse tra Fini e Berlusconi, l’inchiesta viene archiviata per truffa.
Tuttavia, nel 2017, nuove indagini svelano presunte connessioni con una grande evasione fiscale. Nel 2024, Fini è condannato a due anni e otto mesi di reclusione per aver partecipato a una compravendita concordata tra Corallo e i Tulliani.
Raccontiamo una fase del processo che ha portato dopo mesi alla prima condanna per Gianfranco Fini e la famiglia Tulliani
Il processo inizialmente coinvolgeva altri imputati, incluso Francesco Corallo e il parlamentare Amedeo Laboccetta, ma la prescrizione è stata riconosciuta per le loro posizioni. Secondo l’accusa iniziale della Procura, gli imputati avrebbero evaso le tasse e riciclato centinaia di milioni di euro.
Corallo avrebbe utilizzato il denaro per attività economiche, finanziarie e immobiliari, coinvolgendo la famiglia Tulliani. Giancarlo Tulliani, attualmente latitante a Dubai, avrebbe acquistato l’appartamento monegasco con denaro proveniente da Corallo attraverso società offshore. Il coinvolgimento di Fini nell’inchiesta è legato al presunto legame con Corallo, che avrebbe contribuito al patrimonio dei Tulliani attraverso trasferimenti di denaro su conti correnti.
Gianfranco Fini, condannato a 2 anni e 8 mesi nel caso dell’appartamento a Montecarlo, oggi è in pensione e non è affiliato a nessun partito politico. Pur non essendo attivamente impegnato in politica, continua a interessarsi e commentarla, mostrando supporto per Giorgia Meloni. Durante la sua lunga carriera politica, Fini ha accumulato un notevole patrimonio, grazie alle otto legislature come deputato e al periodo come europarlamentare. La sua pensione e il vitalizio sono influenzati da questi anni di servizio, con stime che indicano un assegno mensile di circa 2.600 euro netti, mentre il suo compenso durante la carriera politica era significativo, raggiungendo cifre fino a 201.115 euro nel 2011.