Locatelli: “Troppi pochi vaccinati con terza dose”

By Redazione

Locatelli lancia allarme su somministrazioni di dosi booster, secondo l’esperto sono troppe le persone che non lo hanno ancora ricevuto.

“Le somministrazioni di dosi booster stanno avendo un uso ridotto rispetto a quello auspicato. Nonostante i grandi risultati ottenuti nella campagna di immunizzazione, più di 3,5 milioni di italiani non lo hanno ancora ricevuto”, afferma l’esperto Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, in un’intervista al Corriere della Sera.

“Oltre a un’adesione spontanea della popolazione è fondamentale il ruolo svolto sia dai medici di medicina generale, sia dagli specialisti. Serve anche la collaborazione attiva delle Regioni e delle aziende sanitarie nel contattare chi ha bisogno di ulteriore copertura”, aggiunge.

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“La priorità è garantire la protezione attraverso le vaccinazioni e rendere più efficacemente e velocemente disponibili i farmaci ad attività antivirale da impiegartisi nelle prime fasi dell’infezione nei soggetti a rischio e non deflettere dalla responsabilità nei comportamenti individuali”.

“Vedremo nel corso dei prossimi mesi”, dice l’esperto sulle quarte dosi

Per ciò che concerne le quarte dosi, l’esperto dice che: “lo si vedrà nel corso dei prossimi pochi mesi. Le variabili in gioco sono tante, dalla durata della protezione conferita dagli attuali vaccini, alle varianti prevalenti in quel periodo, al quadro epidemiologico con particolare riguardo all’incidenza di casi gravi”.

Mentre sulla necessità di “aggiornare” i vaccini alle varianti, non ha dubbi, asserendo che devono essere resi “disponibili vaccini in grado di dare protezione alle varianti più recenti come Omicron. Ci aspettiamo che siano approvati e disponibili in autunno”.

L’aggressività del virus

“Oggi non si prevede un aumento significativo della gravità dell’infezione rispetto ai ceppi circolanti Omicron 1 e 2 (BA.1 e BA.2). Tuttavia, come nelle date precedenti, se il numero di casi aumenterà in modo sostanziale, è possibile che ne segua la crescita dei ricoveri. E il numero di morti anche in Italia testimonia quale errore sarebbe banalizzare l’infezione da Sars-Cov-2 come un semplice raffreddore o un’influenza”.

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