Tragedia a Manerba, in Lombardia, dove una 16enne si è tolta la vita perché i genitori le avevano proibito di usare i social
La ragazzina si sarebbe gettata nel lago di Garda, inerpicandosi su una altura. Così riporta Dagospia.
Il NO dei gentitori all’uso dei social
Le avebbero imposto un “no” categorico all’uso dei social media.
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Niente Facebook, Instagram, e Tik Tok, e per questo la ragazzina si sarebbe suicidata.
Presa da un tragico e sproporzionato senso di sconforto, avrebbe deciso di porre fine alla sua esistenza per una banale divergenza di opinioni che avrebbe lasciato il tempo che trovava. Forse per invogliarla a studiare, o forse per proteggerla da pericoli, i genitori non le facevano usare i social media, e forse questo divieto ha innescato nella piccola una reazione incontrollata a effetto domino.
Forse sentitasi isolata dal resto dei coetanei, ha deciso di compiere il gesto estremo.
Le lettere nello zainetto
La ragazzina aveva programmato tutto: verso ora di pranzo ha raggiunto uno spiazzo e lasciato lo zainetto, dentro al quale vi erano delle lettere ora sotto stretto e attento esame degli inquirenti.
Nello zaino anche il cellulare, posto anch’esso sotto sequestro.
La ragazzina si è gettata di sotto e accorsi i soccorritori e i carabinieri non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
Il disagio giovanile e l’aumento di gesti estremi
La pandemia ha ingenerato nei giovani un forte senso di smarrimento e sconforto che ha portato a un aumento di suicidi e atti autolesionistici.
Un anno fa, un ragazzo di appena 18 anni si era suicidato in diretta in una chat pro-suicidio.
Ora al vaglio degli inquirenti verranno messe tutte le piste, per questo nuovo caso di suicidio, e verranno scandagliate le chat della ragazzina per capire cosa possa averla portata a compiere il gesto estremo, al di là della semplice proibizione dell’uso dei social