Quando le sigarette costano 635 milioni di dollari

By Ana Maria Perez

Le sigarette costano 635 milioni di dollari?

Voi fumate? Se lo fate, quanto spendete al mese in sigarette? No, in realtà non vogliamo saperlo. Era una domanda provocatoria, tanto per fare un calcolo veloce sul prezzo di una sigaretta, multe comprese. A fare il calcolo sul pacchetto diviso per il numero di sigarette ci riusciamo anche noi a Ultimedalweb, ma non a calcolare quanto stiamo pagando e pagheremo per le sanzioni imposte alle multinazionali per prassi sbagliata e per abuso di mercato. Si sa: le multinazionali non falliscono. Pertanto, a farne le spese sono i consumatori. Se fumate, tenetelo presente. Se avete un budget, calcolate qualche centesimo in più per il bad tobacco.

Quanto costa fumare?

Qualcuno mi dirà che per un pacchetto di Marlboro da 20 sigarette si pagano tra 5,60 e 6,00 euro. Infatti, l’agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con l’ultimo aumento di prezzi dal 25 gennaio 2023, ha portato a una crescita media dei prezzi di 15/20 centesimi al pacchetto, con picchi di 50 centesimi per alcune dei marchi più famosi. Denaro.it fornisce tutti i prezzi delle sigarette. Se siete curiosi, potete consultare la tabella qui. Ma questa volta non è solo caro il vizio del fumo. Il prezzo più alto lo paga la multinazionale British American Tobacco (Bat) con sede a Londra. Vi raccontiamo perché

Gli affari con la Nord Corea aggirando le sanzioni

La Bat è finita sotto inchiesta da parte delle Autorità di Washington per avere fatto affari con la Nord Corea noncurante delle sanzioni imposte dal governo degli USA. Alle accuse la multinazionale ha risposto con una negoziazione. Alla fine, la denuncia si è chiusa con un patteggiamento di 635 milioni di dollari corrisposto dalla Bat al Department of Justice e l’Office of Foreign Assets Control. In realtà, la società è stata accusata di favoreggiamento nelle attività criminali di Kim Jong-un. Perché?

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Kim Jong-un

Il business sotto la lente d’ingrandimento degli USA

Il sottosegretario del Tesoro americano con delega per antiterrorismo e intelligence finanziaria, Brian Nelson, ha spiegato che la multinazionale si sarebbe accordata con la Nord Corea per gestire attività di produzione di sigarette per il tramite di operatori finanziari legati alla rete di armi di distruzione di massa con l’obiettivo di arricchirsi. Il periodo incriminato va dal 2007 al 2017. In detto periodo la filiale della BAT in Singapore avrebbe commercializzato sigarette per 400 milioni di dollari. Un parte dei profitti restava a Pyongyang (3.255 mila abitanti), che li avrebbe utilizzati per finanziare progetti militari.

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Pyongyang

A dare l’allarme, gli spostamenti di denaro all’interno dei circuiti bancari internazionali, che denunciano la presenza di proventi milionari delle sigarette “americane” fumate dai nordcoreani. Oramai i controlli antiriciclaggio arrivano ovunque ed è difficile “camuffare” i profitti, giudicati troppo elevati per essere frutto di un’attività limpida e “trasparente”.

Il precedente creato da Bat

La Bat (30 miliardi di euro di fatturato) avrebbe fornito un esempio ad altre aziende internazionali, che avrebbero “copiato” la sua strategia. La Bat produce marchi come Lucky Strike, Kent e Pall Mall, molto venduto in tutto il mondo. Tuttavia, i dati dimostrano che Kim Jong-un (noto fumatore) consuma sigarette nazionali. Infatti, le “7.27” sono diventate molto ricercate nella capitale coreana e costano di più di un pacchetto di sigarette importate. Il brand si riferisce alla data del 27 luglio del 1953, giorno in cui si firmò il “cessate il fuoco” nella Guerra di Corea.

In questo momento storico i rapporti della Nord Corea con gli Stati Uniti ed i suoi alleati sono molto tesi al punto che la Cina oggi, 27 di aprile del 2023,  ha invitato Corea del Sud e Stati Uniti a non “provocare uno scontro” con Pyongyang. Aldilà delle preferenze per le sigarette. Che tanto, in un modo o nell’altro, fanno male.

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Joe Biden (Presidente degli USA) e Yoon Suk-yeol (Presidente della Corea del Sud)

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