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Una donna uccisa ogni 3 giorni, l’8 marzo è ancora lontano

In occasione della Giornata Internazionale delle Donne, uno studio condotto dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale ha fatto luce su dati preoccupanti: le violenze sulle donne sono in aumento. È doloroso prendere in esamina questi numeri perché rivelano una situazione allarmante in Italia dove le donne non sono ancora al sicuro.

Aumentano le donne uccise

I dati sui femminicidi sono in costante rialzo, dai 119 del 2021 si è saliti ai 125 del 2022. Una vittima ogni 3 giorni. Un’incidenza in salita anche rispetto agli anni precedenti, con la quasi totalità di vittime italiane (78%) e maggiorenni (95%). Da un punto di vista sociale, è preoccupante perché è evidente che all’assetto comportamentale vigente manchi un qualcosa: che sia rispetto o semplicemente saper gestire le emozioni. Non sorprende che sia proprio il contesto familiare e afferivo a essere il terreno più fertile per questi avvenimenti. È nel 59% dei casi, infatti, che gli omicidi avvengono per mano del partner o di un ex. Il fattore più terrificante è che su 67 delitti a sfondo familiare, ben 61 vittime siano donne. 61 donne e 6 uomini. Buona parte delle vittime sono state uccise anche dai genitori o dai figli (33%) o da altri parenti.

Aumento delle violenze sessuali

Insieme agli omicidi, crescono anche gli stupri, con una percentuale del 13,5%. Nell’anno della pandemia questi erano diminuiti in modo percettibile grazie all’isolamento ma è bastata un allentamento delle restrizioni per registrare un incremento costante. Sulla quasi totalità dei casi, il 91% è donna, tendenzialmente maggiorenne (71%) e di nazionalità italiana (79%). Ponendo uno sguardo ravvicinato alla territorialità, sono le regioni Liguria, Trentino ed Emilia Romagna a essere le più pericolose mentre Campania, Abruzzo e Basilicata hanno incidenze più basse.

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Diminuzione dello stalking

Il reato di stalking è l’unico a registrare un rallentamento. Le 18.724 denunce del 2021 hanno ceduto il passo alle 17.259 del 2022. La regione con valori più bassi è la Campania, seguita da Sicilia e Puglia. Veneto, Trentino e Marche sono quelle con un tasso più basso. Anche in questo caso, le vittime sono perlopiù le donne (74%), maggiorenni e italiane.

Il quadro sociale di questo studio rivela come l’Italia sia ancora un Paese indietro su certe tematiche, con poco rispetto nei confronti delle donne e con dinamiche tossiche legate al concetto di relazione. Nella giornata dell’8 marzo vale la pena riflettere su quanto stiamo facendo e quanto ancora dovremo fare affinché questo non accada più.

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