Tunisia e gli ulivi millenari
Nei tempi moderni, con le problematiche dovute al cambiamento climatico e ai danni provocati alle coltivazioni, capita come un’oasi nel deserto la scoperta che in Tunisia ci siano ancora ulivi che vivono da 2.500 anni. Non solo perché l’età è ragguardevole, ma anche perché la resistenza alla siccità li identifica come un simbolo di pace e di resilienza. Non trascurabile, ai nostri giorni.
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La coltivazione degli ulivi in Tunisia
Di fatto, il Paese Mediterraneo è il secondo produttore d’olio di oliva dopo la Spagna. Il numero di olivi in Tunisia è di circa 60 milioni, di cui il 30% al nord, il 45% al centro e il 25% al sud. Gli oliveti superintensivi superano i 2 mila ettari, con una produzione media tra le 7 e le 8 tonnellate di olive per ettaro.
Sono oltre 309 mila i produttori (65% del totale delle aziende agricole), mentre si contano 1.750 oleifici, 15 raffinerie, 14 gli impianti di estrazione dell’olio dalla sansa (il residuo solido della lavorazione delle olive) e almeno 35 i moderni stabilimenti di confezionamento.
Anche il numero dei commercianti dediti all’export è elevato, in tutto poco più di 200, cui si aggiunge l’operato dell’ONH, l’Office National de l’Huile.
Le varietà di olive coltivate in Tunisia
Il patrimonio varietale del Paese è molto vario e interessante. Oltre alla famosissima Chétoui, vi è la Chemlali, mentre non meno importanti sono le varietà Oueslati, Chemchali, Zalmati, Zarrazi, Gerboui e Sayali.
Oliva chetoui
365 mila tonnellate di olio d’oliva all’esportazione
I numeri diventano sempre più importanti, non a caso nel corso della passata campagna olearia la Tunisia ha esportato ben 365 mila tonnellate di olio d’oliva, per un valore di circa 2.225 miliardi di dinari (il 4,25% del bilancio statale per il 2020). La Tunisia esporta verso ben 54 Paesi.
Nel periodo gennaio-maggio del 2023 le esportazioni tunisine di olio d’oliva hanno totalizzato i 1470,7 milioni di dinari (433 milioni di euro).
L’olivo come un simbolo di speranza
L’olivo invita alla speranza nella Tunisia attuale, che si trova anch’essa in preda alla crisi economica. A parte i vantaggi oggettivi che questa pianta porta al Paese (grazie a un forte aumento dell’esportazione di olio d’oliva), sono i vari olivi millenari e centenari a rappresentare i luoghi sacrali per la popolazione, che trovano in questa pianta semplice un pezzo delle loro radici.
L’olivo più antico si trova a Echraf e ha 2.500 anni.
Secondo una datazione ufficiale, effettuata dall’Istituto francese del mondo dell’olivo, quello più antico della Tunisia (e di tutta l’Africa), si trova a Echraf, un villaggio a 120 km a est di Tunisi, in fondo al Cap Bon, una penisola molto fertile. L’olivo ha 2500 anni e risale ai tempi della Cartagine punica. Ha una circonferenza di sedici metri e gli amanti degli ulivi fino ad oggi fanno pellegrinaggi per mangiarne i frutti.
Posizione di Echraf
9 litri d’olio all’anno
Secondo Mohamed Ayed, membro dell’associazione che protegge l’albero: “I berberi, popolo originale di questo luogo, o forse addirittura popolazioni antecedenti iniziarono a pregare su quest’olivo per ringraziare la loro divinità”.
Vicino all’albero si trova un piccolo edificio bianco, dove i bambini seguono la scuola coranica, per poi divertirsi e salire sui rami contorti dell’olivo. La pianta produce appena nove litri di olio all’anno, che vengono distribuiti in fiale,come fosse una magica essenza. Colpisce senz’altro che l’albero sia ancora vivo e lavori, a prescinere dalla quantità d’olio che produce.
A sud un altro olivo che risale a 900 anni fa
Intanto, nel Sud della Tunisia, a Tataouine, nel mezzo del deserto, si trova un altro olivo che si calcola abbia 900 anni. Redouane Herrer, commerciante di un vicino villaggio berbero ha spiegato che: “quando ero giovane, nella stagione delle olive, le raccoglievamo dall’albero e le mettevamo in grandi recipienti per 20-25 giorni. Talvolta piantavamo addirittura una tenda qui accanto o un riparo per rimanere sul posto. Ancora oggi, per noi è molto importante occuparsi dell’albero, soprattutto durante il mese del ramadan”.
Tataouine, Tunisia
L’olivo, patrimonio genetico originale
Il Prof dell’Istituto nazionale dell’olivo, Kamel Gargouri: “questi antichi olivi trattengono efficacemente il terreno in regioni molto aride, grazie alle loro lunghe radici. Possono servire per la selezione di nuove varietà, che resistano alla siccità, tanto più che l’olio d’oliva è una delle rare ricchezze che dà ancora speranza alla Tunisia“.