Tumore al pancreas: scoperta importantissima che può sconfiggerlo!

By Luana Pacia

Che ci siano novità riguardo al tumore al pancreas in grado di contrastarlo e sconfiggerlo? Sembrerebbe proprio di sì, ecco la scoperta sensazionale che può cambiare tutto!

Esiste, probabilmente, un modo per rallentare e bloccare la crescita delle cellule tumorali tramite il blocco di un nuovo meccanismo, si tratta del tumore al pancreas, una tra le neoplasie più letali al mondo. Questo è il risultato di uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Ospedale San Raffaele di Milano. In pratica si tratta di una probabile strategia terapeutica che potrebbe fermare l’insorgere del tumore in alcune persone a rischio, ma anche per potenziare la risposta nei pazienti all’immunoterapia.

La relazione tra macrofagi e tumore al pancreas

Sono i macrofagi a essere i protagonisti dello studio, o quantomeno sono colo verso i quali i ricercatori si sono concentrati. Queste cellule sono innate e il loro scopo è quello di attivare la risposta contro i patogeni e proteggere i tessuti. In ambito tumorale, i macrofagi possono riprogrammare le proprie funzioni, addirittura hanno la capacità di aiutare la progressione delle cellule tumorali e farle crescere maggiormente. Alcune di queste, chiamate Tam sono già le vittime dell’immunoterapia in quanto la loro quantità è associata alla resistenza ai vari trattamenti, alle metastasi e alla minor sopravvivenza. Il problema, finora, è stato proprio la complessa interazione dei macrofagi con l’ambiente tumorale che ha reso difficile prenderli di mira con i trattamenti.

Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui

oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità

Oltre a essere caratterizzato da un sistema immunitario compromesso che limita l’efficacia anche delle più avanzate immunoterapie, il tumore del pancreas presenta una forte componente infiammatoria, ciò è particolarmente rilevante poiché l’insorgenza di danni ai tessuti e le risposte infiammatorie che ne conseguono, quali le pancreatiti, sono noti fattori di rischio per lo sviluppo neoplastico”, queste sono state le parole di Renato Ostuni, uno dei responsabili dello studio che spiegano alla perfezione i rischi che comporta il tumore al pancreas.

Il circuito da bloccare

Nel più recente studio condotto, i ricercatori hanno finalmente conseguito una comprensione fondamentale riguardo alle influenze che l’infiammazione esercita sulla proliferazione del cancro. Nello specifico, il loro focus è stato rivolto verso l’interazione tra le cellule tumorali, caratterizzate da un profilo infiammatorio distintivo e una notevole aggressività nell’adenocarcinoma duttale del pancreas (Pdac), e i macrofagi identificati come IL-1β+.

tumore al pancreas

Attraverso l’impiego di tecnologie all’avanguardia, gli studiosi hanno rivelato un inedito sottoinsieme di macrofagi noti come IL-1β+ TAM. Questi hanno dimostrato la loro capacità di promuovere l’aggressività delle cellule tumorali circostanti. Come i ricercatori hanno indicato, questi IL-1β+ TAM si localizzano in piccole aree prossime alle cellule tumorali infiammate, e questa stretta prossimità fisica tra i macrofagi e le cellule tumorali può aver contribuito alla progressione della malattia.

In modo più specifico, i macrofagi conducono a una riconfigurazione dell’infiammazione e promuovono la liberazione di molecole che, a loro volta, sostenendo lo sviluppo e l’attivazione dei macrofagi denominati IL-1β+ TAM. “Si tratta di un ciclo vizioso in cui ognuno si alimenta reciprocamente” ha commentato Ostuni. “I macrofagi intensificano l’aggressività delle cellule tumorali, e queste, a loro volta, riconfigurano i macrofagi per favorire l’infiammazione e la progressione della malattia. Abbiamo condotto sperimentazioni mirate a esaminare modalità di intervento su questo circuito.

I risultati finora ottenuti, benché siano stati ottenuti in laboratorio, sono promettenti. “Questo approccio ha infatti portato a una riduzione dell’infiammazione e a un rallentamento della crescita del tumore al pancreas” hanno aggiunto Nicoletta Caronni e Francesco Vittoria, due degli autori dello studio.

Di conseguenza, inibire questo meccanismo infiammatorio potrebbe rivelarsi vantaggioso per potenziare l’efficacia delle terapie immunologiche contro il Pdac e potrebbe rappresentare altresì una strategia di prevenzione in soggetti a rischio. “Le mutazioni del DNA rappresentano un elemento necessario ma non sufficiente per l’insorgenza di un tumore. Le risposte infiammatorie e i danni ai tessuti possono collaborare con le mutazioni genetiche per aumentare il rischio di molteplici forme di cancro, compreso il cancro del pancreas.” ha concluso Ostuni. Nonostante sia stato fatto un significativo progresso, ci troviamo ancora in una fase preclinica, e ulteriori indagini saranno necessarie per una migliore comprensione e intervento su questa nuova prospettiva terapeutica.

Lascia un commento