Totò Schillaci è morto oggi presso l’ospedale Civico di Palermo, dove era ricoverato nel reparto di pneumologia. Il decesso è avvenuto a seguito di un peggioramento delle sue condizioni di salute. Alle 9:55 è stato diffuso il comunicato ufficiale dell’azienda ospedaliera, che ha espresso il proprio cordoglio alla famiglia. Schillaci era stato ricoverato dallo scorso 7 settembre, con i familiari che nutrivano speranze di un miglioramento. Sebbene le sue condizioni fossero critiche ma stabili, nella giornata di ieri si è verificato un improvviso peggioramento, che ha portato alla sua morte. Le funzioni cardiorespiratorie sono venute meno, nonostante il supporto farmacologico e l’assistenza continua da parte del personale medico e infermieristico.
La notizia ha scosso profondamente il mondo del calcio. Salvatore Schillaci è stato ricordato per la sua amicizia con Roberto Baggio e il legame con Gianluca Vialli, un’altra perdita che ha rattristato profondamente l’ambiente sportivo. Schillaci e altri grandi campioni hanno segnato un’epoca, rendendo indimenticabili le Notti magiche di Italia ’90, che resteranno per sempre nella memoria collettiva.
Nascita di Totò Schillaci e inizio sportivo
Ci lascia un grande calciatore che ha saputo costruire le sue qualità sportive sorprendendo allenatori e compagni di squadra con il suo entusiasmo, ma soprattutto aggiungendo giorno dopo giorno qualcosa di più alla sua tecnica e determinazione.
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Salvatore Schillaci, detto Totò, è nato a Palermo il 1º dicembre 1964. La sua carriera calcistica ha avuto inizio nelle giovanili dell’AMAT Palermo, squadra del suo quartiere. Sin dagli esordi, Schillaci ha mostrato un grande talento e passione per il calcio, che lo hanno condotto rapidamente al Messina. Qui, tra il 1982 e il 1989, Totò ha messo in mostra le sue eccezionali capacità da attaccante, soprattutto nella stagione 1988-89, quando vinse il titolo di capocannoniere in Serie B con 23 gol, attirando l’attenzione della Juventus.
Nel 1989 fu acquistato dalla Juventus per 6 miliardi di lire e, nella sua prima stagione in bianconero, Schillaci conquistò tutti segnando 15 gol in campionato. Con il club torinese vinse sia la Coppa Italia che la Coppa UEFA, confermandosi come uno degli attaccanti più forti del momento. Tuttavia, Schillaci raggiunse l’apice della sua carriera durante il Mondiale del 1990, dove divenne capocannoniere e miglior giocatore del torneo, portando l’Italia al terzo posto e scrivendo il suo nome nella storia del calcio mondiale.
Dall’Inter alla maglia azzurra: tutti i passaggi e i successi
Nel curriculum di Salvatore Schillaci troviamo anche la maglia nerazzurra dell’Inter, che il giocatore indossò a partire dalla stagione 1992-1993. Il trasferimento dalla Juventus all’Inter fu una grande soddisfazione per Totò, che lo descrisse come un sogno realizzato: desiderava indossare la maglia nerazzurra da tempo. La sua avventura a Milano iniziò positivamente, con un gol nel suo esordio contro la Reggiana in Coppa Italia, ma la sua esperienza interista non fu priva di ostacoli. Problemi fisici e la mancanza di continuità condizionarono il suo rendimento, limitandolo a 30 presenze e 11 reti in due stagioni.
Nonostante queste difficoltà, Schillaci fece parte del gruppo che partecipò al vittorioso cammino dell’Inter nella Coppa UEFA 1993-1994, anche se lasciò la squadra poche settimane prima della finale. Tuttavia, la sua permanenza a Milano non gli consentì di trovare quella rivincita che cercava.
Nel 1994, Schillaci decise di trasferirsi in Giappone, diventando il primo calciatore italiano a giocare nella J. League con il Júbilo Iwata. Qui, Totò ritrovò il suo smalto: segnò 56 gol in 78 partite, vinse il campionato nel 1997 e si confermò come uno degli attaccanti più temuti, fino al suo ritiro ufficiale nel 1999.
In parallelo alla sua carriera di club, Schillaci divenne un simbolo per la nazionale italiana, grazie alle sue prestazioni memorabili nel Mondiale 1990, dove fu capocannoniere e miglior giocatore del torneo.
Che cosa ci dicono le sue statistiche e l’amicizia con Roberto Baggio
Le statistiche di Totò Schillaci raccontano di un attaccante capace di emergere grazie alla sua determinazione e al suo talento, nonostante le umili origini. Dopo un brillante percorso nel Messina, Schillaci si è imposto prima alla Juventus e poi all’Inter, ma il suo nome è legato soprattutto alle “notti magiche” di Italia ’90, dove ha segnato 6 gol e conquistato il titolo di capocannoniere del Mondiale. In carriera, ha totalizzato 417 presenze e 154 reti nei club, cui si aggiungono 7 reti in 16 presenze con la Nazionale.
Il rapporto con Roberto Baggio è significativo non solo per la competizione interna, ma anche per un episodio emblematico. Durante la finale per il terzo posto di Italia ’90, Baggio decise di cedere a Schillaci il rigore che gli permise di vincere la classifica marcatori. Questo gesto, come raccontato da Schillaci, sottolinea l’amicizia e il rispetto reciproco tra i due, nonostante le dinamiche di una squadra fatta di grandi campioni.