Nelle ultime settimane, Selvaggia è stata al centro di una disputa per la morte della madre, e per la disputa con Carolyn Smith, fatta di botte e risposte serrati.
Ora, Selvaggia torna a far parlare di sè, spiegando le motivazioni dietro il suo rifiuto di andare ospite alla trasmissione Belve di Francesca Fagnani.
“Io faccio la giornalista, non amo parlare attraverso gli altri”
Certamente, se Selvaggia avesse accettato l’invito ne avremmo viste delle belle: entrambe con un carattere molto forte, sarebbe certamente stato uno scontro da “scintille”, ma Selvaggia ha invece preferito declinare l’invito ed ha spiegato perché in una intervista a Davide Maggio:”Vuole vincere nel senso che sono interviste che illuminano più lei che l’intervistato, tutto qui. Il perdere è non avere nulla da guadagnarci, nel mio caso. Io faccio la giornalista, non amo molto parlare attraverso gli altri, ho la possibilità di dire tutto quello che voglio con i miei strumenti diretti” ha detto.
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E poi ha ribadito: “Non ho voluto farmi intervistare anche dal bravo Cattelan e da molti altri, ma nessuno me ne chiede conto, comincio a pensare che Belve sia una specie di leva obbligatoria. Sono obiettore di coscienza”.
E sul fatto se Belve poteva rappresentare una “prova di coraggio”, Selvaggia ha risposto: “Se dai potenziali intervistati è vissuto come un atto di coraggio è un problema, perché vuol dire che l’intervista è percepita -appunto- come un’imboscata. Un conto è la domanda scomoda, il mettere anche sotto torchio su un determinato tema, un conto è che questo diventi l’unica cifra di chi intervista, con sottolineature feroci dopo la risposta, lo sguardo sarcastico sulla cartellina e faccette allusive. È una cifra che funziona per chi intervista, meno per chi viene intervistato perché non c’è ascolto, ma provocazione. Può essere divertente eh, non fraintendermi, però ne devi avere voglia, non coraggio” ha concluso.