Pregliasco sul covid: “I casi aumenteranno perché…”

By Redazione

Con l’autunno alle porte si torna inevitabilmente a parlare di una nuova ondata. E a spiegare perché i casi aumenteranno inevitabilmente è Fabrizio Pregliasco, intervistato da Fanpage.

Il virologo è direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi avvisato sui rischi a cui andiamo incontro : “Vedendo anche l’esperienza dell’emisfero australe, del loro inverno appena finito, c’è stata intanto una bella circolazione vivace anche dei virus influenzali in seguito alla riduzione di tutte le prescrizioni che avevano in qualche modo ridotto il Covid e azzerato l’influenza. Io credo che a livello previsionale dovremmo aspettarci una ondata di rialzo, perché si inseriscono diverse variabili facilitanti la diffusione del contagio, come gli sbalzi termici, il fatto che con la stagione più fredda si sta di più al chiuso e la riapertura delle attività e soprattutto delle scuole, perché 10 milioni di persone che girano nel sistema scolastico sono un bel numero”.

Poi ricorda anche che: “Purtroppo non c’è stato finora un grande entusiasmo intorno ai booster, perché l’attesa del nuovo vaccino aggiornato ha avuto lo stesso effetto dell’uscita del nuovo iPhone. Molti medici, anche sbagliando, hanno consigliato agli anziani di aspettare quello nuovo. Tra l’altro l’Ema in questo momento ha registrato il vaccino per Ba1 e Ba2 ma in ballo ci sono già Ba4 e Ba5. Questo per dire che saremo sempre alla rincorsa del vaccino nuovo”

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Il virus si è rabbonito ma…

L’esperto ha anche precisato che: “Questo virus si è un po’ rabbonito e poi trova davanti a sé una popolazione parzialmente coperta con minori rischi di malattia grave che però permangono statisticamente. Quindi, ripeto, tutto dipenderà dalla quota di rivaccinazioni e dall’utilizzo di farmaci antivirali per i più fragili per poter ridurre l’impatto di questa patologia nel futuro”.

Per questo motivo, l’esperto intende esortare il prossimo governo entrante: “Quello che ci vuole è una gestione fatta imparando dalle cose che abbiamo subìto e le scelte non ottimali che sono state prese per poter convivere col virus immaginando scenari possibili e realistici”.

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