La Grecia al voto premia il Premier uscente
Recentemente vi abbiamo parlato delle elezioni in Turchia (al secondo appuntamento la prossima domenica 28 di maggio) e in Thailandia. Oggi è il turno della Grecia, chiamata alle urne il 21 di maggio. La vittoria di ieri alle urne ha portato il greco Kyriakos Mitsotakis alla (quasi) certa vittoria per continuare a governare il Paese ancora per quattro anni.
La supremazia del partito conservatore Nuova Democrazia è fuori discussione. I numeri parlano da soli: ND ha ottenuto il 40,8% dei voti, mentre l’ex premier Alexis Tsipras si è fermato al 20% con la sua Syriza. Il partito socialista Pasok-Kinal ha incassato l’11,6% e il partito dell’ex ministro di economia, Yanis Varoufakis, non è riuscito a entrare i Parlamento con il suo partito anti-austerità MeRA25.
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Chi è Kyriakos Mitsotakis?
Kyriakos Mitsotakis è il leader del partito conservatore greco Nuova Democrazia e guida la Grecia fin dall’8 di luglio del 2019. Nato ad Atene nel 1968, proviene da una famiglia di politici ed è un cittadino cosmopolita. Quando aveva solo 6 mesi i suoi genitori sono emigrati a Parigi, da dove sono rientrati soltanto dopo il ritorno della democrazia in Grecia. Dal 1986 al 1990 Mitsotakis ha studiato all’Università di Harvard, dove si è laureato in scienze sociali con il massimo dei voti. In seguito prenderà anche un Master in MBA all’Università di Stanford. Ha lavorato e vissuto anche a Londra.
Nel 2013 è stato Ministro per la riforma dell’amministrazione pubblica nel governo presieduto da Antōnīs Samaras. Nel 2019 vince le elezioni con il 39,85% dei voti.
Kyriakos Mitsotakis
La rinuncia al risultato e le nuove elezioni
Nonostante i risultati dei voti non lascino ombra ai dubbi sulle preferenze dei suoi concittadini, il Primo Ministro non è riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta. Ma Mitsotakis non vuole governare vuole accettare di governare con una coalizione; pertanto, si andrà di nuovo al voto il 25 di giugno o il 2 di luglio. Il capo del Governo è convinto che un risultato come quello che ha ottenuto ieri significa che i greci hanno deposto la fiducia in lui e se è così, vuole governare con il dichiarato appoggio del popolo.
Quando si tornerà a votare, verrà introdotto il premio di maggioranza: con i risultati di ieri, al governo di destra basterà il 37% dei voti per governare con la maggioranza assoluta dei seggi.
La sconfitta di Alexis Tsipras
I risultati di ieri sono stati molto deludenti per l’ex Primo Ministro Alexis Tsipras, che ha perso ancora una battaglia elettorale (la quarta consecutiva) dopo essere stato premier dal 2015 al 2019. Il mandato di Tsipras è stato molto difficile; la politica di austerità imposta al Paese dopo il default del 2009 non lo ha reso popolare; per non parlare delle negoziazioni che ha dovuto condurre con le banche creditrici che hanno fatto quasi uscire la Grecia dall’euro.
Tuttavia, è evidente che l’ex Primo Ministro non è riuscito a conquistare la fiducia del popolo greco, poiché ha perso un terzo dei voti ottenuti nel 2019; addirittura, in alcune zone è arrivato dietro il partito socialista Pasok-Kinal, guidato dal 44enne Nikos Androulakis.
Alexis Tsipras
La ripresa della Grecia dopo un lungo periodo di austerità
La vittoria di Mitsotakis avviene in un contesto positivo per il paese ellenico. Negli ultimi due anni, l’economia greca ha ottenuto buoni risultati, superando molti altri paesi europei. La crescita economica è stata elevata, il debito si è ridotto e gli investimenti sono aumentati. Ora la Grecia manifesta buona salute economica: la disoccupazione e l’inflazione sono diminuite, la ripresa del turismo post-Covid ha portato la crescita al 5,9% nel 2022 e si prevede un 2023 ancora più performante.
Secondo le previsioni di primavera pubblicate il 15 maggio 2023 dalla Commissione europea, l’economia greca è pronta a vivere un anno di crescita solida nel 2023. L’attività economica dovrebbe aumentare del 2,4 per cento durante l’anno, grazie alla combinazione di una grande domanda interna ed esterna. Tuttavia, ci sono ancora tanti problemi interni che dovranno essere risolti, come il basso potere di acquisto dei lavoratori, tenuto conto dell’inflazione (8,8%) che cresce molto di più dei salari (3,3%). I dati sono del quarto trimestre del 2023. Per contrastare il fenomeno, Mitsokakis ha previsto l’innalzamento del salario minimo, oggi a 831,83 euro (contro i 2.387 del Lussemburgo o i 1.987 della Germania).