I corrieri che “tirano il pacco” a 3 mila dipendenti, Brt e Geodis nei guai

By Ana Maria Perez

I corrieri di proprietà francese e i guai con la Giustizia italiana

I famosi colossi delle consegne, Brt (ex Bartolini) e Geodis, società controllate da due aziende francesi, sono finiti alcuni mesi fa nel mirino della Guardia di Finanza e poi, della Magistratura. A dicembre del 2022 le due società più note come “corrieri” avevano ricevuto un provvedimento di sequestro di 126 milioni di euro per una presunta frode fiscale. In breve, le due aziende avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti e avrebbero stipulato contratti di appalto fittizi per simulare la somministrazione di manodopera. Di frodi fiscali ve ne abbiamo già parlato, e non entreremo oggi in questo argomento perché ci vogliamo concentrare sul rapporto dei colossi con i lavoratori precari.

Responsabilità penale personale e aziendale

Le due società di logistica e trasporto sono indagate a titolo aziendale e anche personale. Come persone giuridiche (aziende) rispondono sulla responsabilità amministrativa degli enti. In poche parole, non avrebbero vigilato sulle persone che guidavano l’attività aziendale. Ai responsabili con delega vengono contestati a titolo personale reati di natura fiscale e di caporalato. I vertici indagati sono Giorgio Bartolini e Costantino Dalmazio Manti per Brt, e Luigi Francesco Cazzaniga e Fabrizio Airoldi per Geodis.

La misura di controllo giudiziario disposta dalla Magistratura

Dopo l’emissione del provvedimento di sequestro di beni sono proseguiti i controlli delle Fiamme Gialle del nucleo finanziario economico di Milano, coordinati dal PM Paolo Storari. Il pubblico ministero era stato protagonista delle cronache giudiziarie per l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio per il caso dei verbali di Piero Amara su una presunta loggia Ungheria. Poi è stato assolto. Ora, in funzione del materiale raccolto in fase di indagine e depositato agli atti del fascicolo BRT/GEODIS, Storari ha chiesto al Tribunale di Milano, che ha accolto la richiesta, l’amministrazione giudiziaria per un anno delle due aziende.

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In cosa consiste l’amministrazione giudiziaria?

In caso di indagine penale che prevede il sequestro preventivo di beni e/o liquidità appartenenti ad aziende con dipendenti e/o patrimonio da tutelare, il Giudice nomina un Amministratore esterno di riconosciute esperienza e professionalità per gestire la quotidianità dell’azienda e permettere gli esborsi. L’amministratore deve rispondere ai Giudice del proprio operato.

Le accuse e l’utilizzo di “serbatoi di manodopera”

Le aziende di logistica e trasporto (cosiddetti corrieri) avrebbero attivato rapporti con società cooperative, all’apparenza esterne, ma realmente “dipendenti” dal controllo di Brt e Geodis, per potenziare la loro forza lavoro senza l’obbligo di assumere i dipendenti. In sostanza, i corrieri assunti avrebbero lavorato per Brt e Geodis sotto la parvenza formale della cooperativa. Detta prassi avrebbe consentito alle aziende un risparmio di circa 100 milioni di euro, oltre all’eliminazione di eventuali problemi sindacali. A farne le spese, migliaia di lavoratori. Gli autisti interessati sarebbero intorno ai 3.000 su un totale di 26.105 conducenti. Molti di loro non sono di nazionalità italiana e si trovano in difficoltà economica, pertanto sono propensi ad accettare turni massacranti e nessun benefit.

Come funzionava il “sistema” decennale di sfruttamento?

Su Brt la Procura segnala la presenza di attività di “transumanza“. I corrieri negli anni sarebbero stati ingaggiati da una cooperativa per poi passare all’altra, evitando l’anzianità e altri diritti. Secondo le testimonianze di molti dipendenti, raccolte dagli investigatori, gli autisti non avrebbero avuto diritto a visite mediche né a corsi di formazione, in quanto “autonomi”. Allo stesso modo, non avrebbero avuto diritto a ferie pagate né a 13a. In alcuni casi le aziende avrebbero pagato gli autisti solo a consegna avvenuta. In altre, i lavoratori avrebbero ricevuto parte dello stipendio come “trasferte Italia” per non pagare i contributi assistenziali e previdenziali.

L’amministratore delegato e le “tangenti”

L’amministratore delegato di Brt , Costantino Dalmazio Manti, ha ammesso davanti al Giudice nell’interrogatorio di garanzia di aver ricevuto denaro dal 2016 al 2022 da fornitori per farli lavorare. La cifra si aggirerebbe intorno a un milione di euro. Tuttavia, in un nota di Brt si legge che l’azienda ha rimosso Manti dall’amministrazione già l’8 febbraio 2023, sostituendolo con Mathieu Wintgens. Ricordiamo che la Brt è di proprietà francese e a capitale pubblico. E’ controllata all’85% dalla “La Poste” (le poste francesi). La magistratura indaga ancora e poi ci sarà il tempo per difendersi. Nel frattempo, i corrieri continuano a effettuare le consegne.

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