Informazioni sul Ciad: diritti umani e situazione politica instabile, sotto giunta militare
Il Ciad è uno stato dell’Africa centrale, confinante con Libia, Sudan, Camerun, Nigeria e Repubblica Centrafricana. Caratterizzato da diverse regioni climatiche, il paesaggio comprende deserti e savane sudanesi. Il Lago Ciad rappresenta la seconda zona umida più vasta dell’Africa. La capitale è N’Djamena. Il Ciad conta circa duecento gruppi etnico-linguistici, con l’arabo e il francese come lingue ufficiali. Dal punto di vista religioso, l’Islam è la religione predominante, seguita dal Cristianesimo, ma sono presenti anche altre pratiche religiose diffuse.
L’economia del paese si basa principalmente sull’estrazione e l’esportazione del petrolio, oltre che sull’industria tradizionale. La forma di governo è una repubblica presidenziale sotto il controllo di una giunta militare. Recentemente, si è verificato un tentativo di colpo di stato, il che ha generato tensioni, soprattutto nella capitale. Il capo del consiglio militare di transizione è Mahamat Deby Itno, mentre il primo ministro è Success Masra.
Ciad: l’uccisione di Yaya Dillo. Personaggio, dinamica, opposizione
Yaya Dillo era il principale oppositore del leader militare del Ciad, Mahamat Déby. La sua morte è avvenuta a seguito di uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza. Il governo ha negato l’accusa di averlo coinvolto tra gli organizzatori dell’attacco mortale all’agenzia di sicurezza del paese. Dillo era cugino del presidente Déby, al potere dal 2021. I disordini nella capitale sono iniziati quando mercoledì si sono uditi forti colpi di arma da fuoco vicino al quartier generale del partito.
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Déby è presidente di transizione, messo al potere dai militari in sostituzione del padre, ucciso dai ribelli dopo tre decenni di potere. La scintilla dei disordini è stata l’annuncio delle elezioni presidenziali fissate per il 6 maggio, con l’obiettivo di riportare il paese a un governo costituzionale. Durante le elezioni, Dillo avrebbe dovuto essere il principale avversario di Déby.
Il partito di cui era leader è il Partito Socialista Senza Frontiere (PFS). Secondo quanto riportato dai giornali sulla sua morte, Dillo si è barricato nella sede del suo partito, rifiutandosi di arrendersi e aprendo il fuoco contro le forze dell’ordine. Dodici persone sono morte durante l’attacco. In seguito alla morte di Dillo, è stato bloccato l’accesso alle reti di telefonia mobile e internet in Ciad. Alcuni giornalisti hanno segnalato che è possibile navigare solo dagli hotel.
La morte di Dillo ha generato ulteriore panico, con voci che suggeriscono la possibilità di elezioni disarmoniche che potrebbero non svolgersi come previsto. Il PFS si è difeso dalle accuse del governo di voler ostacolare le elezioni. Il segretario generale del partito ha dichiarato che i soldati li avevano presi di mira mentre cercavano di recuperare il corpo di uno dei loro iscritti.
Il Ciad e la vicina guerra del Sudan
Il Ciad, in una situazione politica instabile, sta accogliendo profughi dal Sudan, dove l’ultimo conflitto è scoppiato il 15 aprile 2023. La guerra vede contrapposti l’esercito sudanese e le Rapid Support Forces, un’organizzazione paramilitare del Sudan. Questo non è il primo momento di tensione: negli anni passati si sono registrati altri due conflitti significativi, nel 2019 e nel 2021. Il paese è vulnerabile ai colpi di stato a causa delle turbolenze politiche ed economiche, con influenze esterne che giocano un ruolo chiave. Ad esempio, l’Egitto sostiene le forze armate sudanesi, mentre l’organizzazione paramilitare riceve supporto dalla Russia attraverso il Gruppo Wagner. Inoltre, esercito e paramilitari sudanesi intrattengono relazioni con l’Arabia Saudita.
La situazione è critica anche per gli italiani residenti e per i militari coinvolti, con il Ministero degli Affari Esteri italiano che monitora attentamente la situazione. Circa 150 italiani sono stati evacuati, insieme a militari e all’ambasciatore. Secondo un articolo di Vita, il numero di profughi che ha lasciato il Sudan per rifugiarsi in Ciad è significativo, con molti di loro che si dirigono anche verso il confine con l’Egitto. Questi profughi si trovano in condizioni estremamente precarie, complice anche la difficile situazione climatica: molte persone, fuggite dal Sudan, si trovano ora ad affrontare allagamenti, piogge torrenziali, malattie e ondate di caldo nel nuovo luogo di rifugio.