Forza Totò Schillaci: messaggio da Donadoni e Roberto Baggio, indimenticabili compagni delle notti magiche

By Iole Di Cristofalo

Totò Schillaci, noto bomber degli anni Novanta, è stato ricoverato con urgenza nel reparto di Pneumologia dell’ospedale Civico di Palermo. Schillaci sta affrontando una lunga battaglia contro un tumore e ha già subito diversi interventi chirurgici. I suoi familiari hanno scelto di aggiornare fan e amici sportivi attraverso i social media, rassicurando tutti sulle sue condizioni: “Totò è in condizioni stabili ed è sotto il controllo costante di un’équipe medica, notte e giorno”.

Il mondo del calcio non ha tardato a dimostrare il proprio affetto, e tra i tanti messaggi di incoraggiamento spicca un coro unanime di “Forza Totò”. Schillaci, che ha segnato un’epoca con le sue imprese calcistiche, ha ricevuto auguri da tutto il mondo sportivo, incluso Roberto Donadoni. L’ex compagno di Nazionale ha espresso la sua vicinanza con queste parole: “Siamo tutti in apprensione per Totò Schillaci, mi auguro che tutto si risolva per il meglio”. Questo messaggio è stato pronunciato ai microfoni di “Radio anch’io Sport” su Radiouno, sottolineando l’importanza di Schillaci non solo come giocatore, ma come uomo amato e rispettato.

Anche Roberto Baggio, con cui Schillaci ha condiviso momenti memorabili in Nazionale, ha voluto esprimere il suo sostegno. Baggio, che ha vestito la maglia della Juventus dal 1990 al 1995, ha ricordato gli anni trascorsi insieme, quando Schillaci brillava già con la maglia bianconera dal 1989, per poi trasferirsi all’Inter nel 1992. Anche se Donadoni non ha mai giocato nella Juventus, la sua carriera nel Milan dal 1986 al 1996 si è incrociata con quella di Baggio, rafforzando quel legame speciale tra campioni di un’epoca d’oro del calcio italiano.

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Ricordo degli anni Novanta e Schillaci come miglior giocatore.

Ciao mascotte italia 90 1

Ed ecco una sintesi delle notti magiche degli anni Novanta, un mondiale che piace anche ai fans di Maratona visto che la finale la disputò con l’Argentina contro la Germania che vinse. Notti magiche per un calcio puro, appassionato, energico, artigianale per molti aspetti, diverso da oggi ma da cui Azzurri e Serie A hanno attinto molto per crescere, grazie anche agli allenatori che arrivarono da quella rosa.

Iniziamo dal sorteggio con Pelé e Pavarotti

Il sorteggio per i gruppi eliminatori dei Mondiali del 1990 si svolse il 12 dicembre 1987 a Zurigo, con la partecipazione di personaggi famosi come Pelé e Luciano Pavarotti. Nella fase di qualificazione, che coinvolse 112 nazioni, si registrarono sorprese come l’eliminazione della Francia, mentre l’Inghilterra si qualificò imbattuta. In Sudamerica, Brasile e Uruguay superarono il turno, ma il Cile fu squalificato per un trucco del portiere Rojas.

In Africa, Camerun ed Egitto si qualificarono, mentre in Nord e Centro America, Costa Rica e Stati Uniti avanzarono grazie alla squalifica del Messico. In Asia, Corea del Sud ed Emirati Arabi Uniti si qualificarono. Il sorteggio della fase finale avvenne a Roma il 9 dicembre 1989, con la conduzione di Pippo Baudo e Sophia Loren. L’Italia, testa di serie, affrontò Austria, Cecoslovacchia e Stati Uniti, vincendo il gruppo. Altre nazionali qualificate furono l’Argentina, il Brasile e la Germania, mentre Camerun, Romania e altre si distinsero nel torneo.

Totò Schillaci nella rosa insieme a Baggio e Donadoni

Schillaci nella formazione nazionale azzurra
Schillaci, semifinale anni Novanta. In questa foto di formazione non è presente Roberto Baggio ma l’immagine è importante nella storia dei migliori calciatori azzurri. Da Wikipedia – e Napoli, stadio San Paolo, 3 luglio 1990. La formazione dell’Italia scesa in campo contro l’Argentina nella semifinale del campionato del mondo 1990. Da sinistra, in piedi: Walter Zenga, Paolo Maldini, Fernando De Napoli, Riccardo Ferri, Giuseppe Bergomi (capitano); accosciati: Franco Baresi, Giuseppe Giannini, Roberto Donadoni, Salvatore Schillaci, Gianluca Vialli, Luigi De Agostini.

Durante il Mondiale del 1990, Totò Schillaci divenne una vera e propria leggenda per la Nazionale italiana. Con il suo carisma e i suoi gol decisivi, conquistò il titolo di capocannoniere del torneo, diventando uno degli eroi di quell’estate. Roberto Donadoni, invece, fu un elemento fondamentale nel centrocampo azzurro, grazie alla sua visione di gioco e alla capacità di creare occasioni per i compagni.

Roberto Baggio, soprannominato il “Divin Codino”, inizialmente rimane in panchina, ma alla sua prima presenza segna un gol memorabile contro la Cecoslovacchia. Nelle partite successive, gioca titolare accanto a Salvatore Schillaci, contribuendo con giocate decisive ai gol del compagno. Nonostante le buone prestazioni, in semifinale contro l’Argentina Baggio viene schierato solo nel secondo tempo e segna il suo rigore nella serie che però vede l’Italia eliminata.