Arrestata Laura Bonafede, l’amante di Messina Denaro, lo avrebbe affiancato per almeno 10 anni

By Ana Maria Perez

Arrestata Laura Bonafede, l’amante di Messina Denaro

Di Matteo Messina Denaro vi abbiamo già parlato da Ultimedalweb, inevitabilmente. Delle sue fiamme, anche. Quando vi abbiamo raccontato della Diletta (Lorena Ninfa Lanceri) che scrivera al Boss mafioso “sei il mio regalonon avremmo immaginato che vi sarebbe stato un rapporto ancora più intenso e più lungo con un’altra donna, sempre della stessa famiglia Bonafede (Ninfa Lanceri è la moglie di Emanuele Bonafede, nipote del noto boss di Cosa Nostra Leonardo Bonafede). Si tratta di Laura Bonafede, figlia del boss e insegnante all’istituto Capuana-Pardo di Castelvetrano fino a poche settimane fa, quando è stata sospesa per i fatti di cronaca vincolati all’arresto di Messina Denaro.

Laura Bonafede è stata arrestata a Trapani questa mattina di giovedì 13 di aprile dai Carabinieri del Ros , in esecuzione di un provvedimento di applicazione di misure cautelari in carcere firmato dal gip Alfredo Montalto. I carabinieri ora stanno svolgendo nella provincia siciliana attività di perquisizione e sequestro di materiale utile alle indagini sul boss mafioso Matteo Messina Denaro.

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Chi è Laura Bonafede?

Laura Bonafede è figlia del noto boss mafioso Leonardo (o Nardo) Bonafede, morto in carcere nel 2020. E’ cugina di Andrea Bonafede e di Emanuele Bonafede, entrambi finiti in carcere per favoreggiamento della latitanza di Matteo Messina Denaro. Il primo aveva prestato la sua identità al boss mafioso. Il secondo proteggeva il boss, che spesso era ospite a casa sua. Laura Bonafede è moglie del killer Salvatore Gentile, che sconta l’ergastolo per due omicidi commessi su ordine di Messina Denaro. La donna ha una figlia, Martina Gentile, anche lei indagata per favoreggiamento.

Secondo il giudice: “Bonafede non ha esitato a organizzare la sua vita per fornire assistenza proprio a colui che è di fatto il responsabile (o uno dei responsabili) della sua sofferenza“.

La donna era stata vista al supermercato con il superboss due giorni prima del suo arresto, come potrete vedere di seguito

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Laura Bonafede è accusata di avere  provveduto alle necessità della vita quotidiana del latitante: gli avrebbe fatto la spesa in molte occasioni, avrebbe creato insieme a lui un codice cifrato per comunicare nei periodi di lontananza per proteggere l’identità di complici, fiancheggiatori e soci in affari, e insomma, sarebbe stata un “perno” logistico e morale per il latitante.

In sostanza Laura Bonafede non avrebbe soltanto coabitato con il boss più ricercato d’Italia in periodo più o meno lunghi dal 1997 al 2017, ma anche avrebbe palesato “la totale adesione allo stato di clandestinità di Messina Denaro e alla sua volontà di sottrarsi alle condanne ed ai processi

Indagata anche la figlia di Laura Bonafede

Martina Gentile appare nelle indagini dei carabinieri come un elemento importante nella catena di protezione che ha coperto la latitanza di Matteo Messina Denaro. Nell’inchiesta la ragazza appare anche con il nome di “Tania”, “Tany” o “Cromatina”. Tuttavia, pur rimanendo indagata, il gip non ha ritenuto che le prove in possesso degli investigatori siano sufficienti a giustificare un ruolo determinante nella vita del boss. Mancano i cosiddetti “gravi indizi di colpevolezza”

Le forze dell’ordine hanno trovato una lettera scritta da Martina al capomafia. Secondo il gip la ragazza proverebbe “un affetto quasi filiale nei confronti di Messina Denaro, affetto, peraltro, intensamente contraccambiato da quest’ultimo, che apprezzava, soprattutto, l’adesione di Martina ai valori mafiosi del nonno Leonardo Bonafede mettendola a confronto con i differenti comportamenti della propria figlia naturale“.

Martina Gentile avrebbe intrattenuto rapporti epistolari con il boss, ma questo non sarebbe abbastanza per accusarla di favoreggiamento. Dopo un lungo periodo di vicinanza, i due non si sarebbero più visti. Gentile non sarebbe stata nemmeno a conoscenza delle gravi condizioni di salute di Messina Denaro. La generica disponibilità della ragazza in una lettera in cui dice “se posso fare qualcosa per te” sarebbe troppo indeterminata e poco concreta per mettere a suo carico le pesanti accuse che accompagnano coloro che affiancano i mafiosi.

La Giustizia, lo sconcerto del Giudice

l gip di Palermo, Alfredo Montalto, non lascia spazio ai misteri. Scrive del sentimento di “adorazione” che ha legato le tre figure chiavi, Messina Denaro, Bonafede e Gentile,. Secondo Montalto, l’atteggiamento da parte delle due donne “non ha alcuna possibile spiegazione razionale e trova un senso solo nella totale adesione allo spirito, gli ideali ed i comportamenti di uno dei più feroci mafiosi conosciuti in territorio italiano“.

Il giudice si chiede come sia stato possibile che Messina Denaro sia riuscito a sfuggire per così tanto tempo alla giustizia, nonostante fosse a contatto con nomi come quello di Laura Bonafede, intercettata dalla polizia almeno fino a due mesi prima della cattura del capomafia, e quello di Leonardo Bonafede. Infine, tenuto conto delle annotazioni precise che sono state riscontrate finora nei rapporti di Messina Denaro, il giudice conclude con l’auspicio che vengano trovati anche i materiali sugli affari criminali di Messina Denaro, probabilmente custoditi in altri covi ancora da individuare.

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