Amanda Seyfried e l’esperienza sul set di Mean Girls: “Costretta ad andare in giro senza biancheria intima”

By Redazione

Amanda Seyfried  ripercorre i primi tempi della sua carriera, sul set di Mean Girls. L’attrice, che quest’anno è stata nominata agli Emmy per la sua interpretazione di Elisabeth Holmes in The Dropout , ripensa ai suoi esordi e a quando, a soli 18 anni, sul set di Mean Girls, era costretta ad “andare in giro senza mutande”

“Come ho potuto lasciare che accadesse??”, si chiede adesso.

“Lo so perché: avevo 19 anni, non volevo deludere nessuno e volevo mantenere il mio lavoro. Ecco perché” ha dichiarato la Seyfried.

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Mean Girls fu il film che la portò alla popolarità, ma ripensando ad alcune cose successe su quel set, si pente di quanto accaduto.

In particolare, c’è una scena di cui si pente, quella in cui Karen, il suo personaggio, mentre dice il meteo deve fare il gesto di stringersi il seno:

“Mi sono sempre sentita davvero disgustata da questa scena”, ha detto Amanda. “Avevo 18 anni. Era semplicemente disgustoso“.

“Sono uscita illesa”

Amanda ha affermato di essere uscita abbastanza illesa dall’esperienza. Ad oggi, gli ambienti cinematografici in questa direzione sono in realtà progrediti verso un approccio più positivo.

Adesso infatti, agli attori emergenti, vengono assegnati dei cosiddetti coordinatori di intimità. I coordinatori di intimità sono degli esperti che dovrebbero aiutare gli attori nelle scene intime. Insomma, in poche parole una sorta di supporto psicologico per le scene hot.

Tuttavia, c’è chi invece vede i coordinatori come un intralcio.

I coordinatori di intimità: una polemica accesa

L’ex star di Game of Thrones Sean Bean, invece, si è espresso contro l’idea dei coordinatori d’intimità_ “Mi inibisce perché attira maggiormente l’attenzione”, ha detto Bean, che dice di non sopportare invece che ci sia qualcuno che gli dice cosa deve fare.

“Spesso, dai il meglio di te stesso se cerchi di superare i limiti: quando le compagnie televisive o gli inserzionisti si intromettono, non è altro che censura“.

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