Amanda Knox e la condannata per calunnia: come è andata a finire?

By Iole Di Cristofalo

Vi ricordate del caso Meredith? E delle accuse su Amanda Knox? L’omicidio di Meredith Kercher, una studentessa inglese in Erasmus a Perugia, avvenne la sera del 1º novembre 2007. La giovane fu trovata priva di vita nella sua camera, con la gola tagliata. Il processo fu travagliato: Amanda Knox e Raffaele Sollecito furono inizialmente condannati, poi assolti in appello nel 2011 e nuovamente condannati nel 2014, fino all’assoluzione definitiva nel 2015 per mancanza di prove certe. Le notizie di oggi corrono sulla nuovo procedimento contro Knox e questa volta per calunnia contro Patrick Lumumba, proprietario del locale dove lavorava Amanda.

La condanna di Amanda Knox per calunnia, la rabbia dell’avvocato di Lumumba

tribunale

La pena inflitta ad Amanda Knox per aver calunniato Patrick Lumumba è di tre anni. Una pena, secondo la Corte d’Assise d’Appello di Firenze che ha in parte già scontato. Lumumba era stato calunniato nelle prime fasi delle indagini sull’omicidio di Meredith Kercher. Coinvolto nel delitto ogni accusa è stata poi prosciolta perché risultato estraneo alla vicenda. Il suo nome viene comunque associato a Sollecito.

La Knox è tornata in Italia proprio per questa nuova accusa e non più per l’omicidio, l’assoluzione è arrivata nel 2015 dalla Corte suprema di Cassazione, per questa accusa ha trascorso quattro anni di carcere per il delitto avvenuto nel 2007. La donna è giunta in aula con il marito Chris Robinson, per evitare i giornalisti prima e dopo hanno utilizzato uscite secondarie del tribunale.

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Ecco le parole pronunciate per difendersi dalle accuse. Patrick Lumumba era mio amico ha detto, si è preso cura di me e mi consolò per la perdita della mia amica. Amanda Knox ha dichiarato di essere innocente anche nelle accuse di calunnia perché reazioni di resistenza contro le pressioni, in aula si è anche scusata perché Lumumba ha sofferto le accuse nelle tre fasi iniziali del processo. “Non potevo essere il testimone che volevano contro Patrick. Non sapevo chi fosse l’assassino. Ero esausta, confusa, costretta a sottomettermi”.

Di nuovo si sottolinea la condizione psicologica difficile in questo caso: “mi sono isolata per ricostruire la mia sanità mentale”. E sugli interrogatori durante la detenzione, dichiarati anche inutilizzabili, sono venute fuori anche queste dichiarazioni “oro erano troppo occupati ad arrestare un uomo innocente e a dire davanti alle telecamere che il caso era chiuso. Ho chiesto un foglio di carta e ho scritto quel documento. L’obiettivo era ritrattare. Non stavo mentendo, ma volevo capire se le immagini confuse che avevo in testa fossero vere”.

L’avvocato di Lumumba, Carlo Pacelli, non è contento di quanto affermato dalla Knox, l’ha definita una calunniatrice più che una vittima. I tre anni di condanna inflitti nella nuova sentenza sono stati in parte già scontati nella carcerazione preventiva avvenuta insieme a Raffaele Sollecito. I legali di Knox hanno definito la condanna un “errore giudiziario”, preannunciando il ricorso in Cassazione una volta ricevute le motivazioni. (Fonte: Virgilio)

Le tappe del caso Meredith per Amanda Knox

Amanda Knox: fonte Wikimedia

Amanda Marie Knox è un’autrice, attivista e giornalista americana, fu accusata dell’omicidio della sua coinquilina Meredith Kercher nel 2007 a Perugia, Italia. La Knox, all’epoca ventenne, trovò la porta della stanza della Kercher chiusa a chiave e sangue nel bagno al suo ritorno nell’appartamento che condividevano. Chiamò la polizia e fu interrogata, durante il quale accusò falsamente Patrick Lumumba dell’omicidio, per il quale successivamente fu condannata per calunnia.

Knox, il suo fidanzato Raffaele Sollecito, e Lumumba furono inizialmente arrestati, ma Lumumba fu rilasciato grazie a un alibi. Rudy Guede, un noto ladro, fu poi arrestato e condannato per l’omicidio della Kercher.

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Ulteriori dettagli La casa dove si è consumato l’omicidio di Meredith Kercher. Fonte Wikimedia

Nel 2009, Knox e Sollecito furono condannati rispettivamente a 26 e 25 anni di carcere. Tuttavia, nel 2011, una corte d’appello italiana annullò le condanne per omicidio, e la Knox fu liberata. Un lungo processo legale seguì, culminando nel 2015 quando la Suprema Corte di Cassazione italiana assolse definitivamente Knox e Sollecito.

La condanna della Knox per calunnia contro Lumumba rimase confermata. Successivamente, Knox ha scritto un libro di memorie, “Waiting to Be Heard”, e ha intrapreso una carriera come autrice e attivista, promuovendo i diritti degli accusati ingiustamente.