Aborto, ecco che cosa è successo dopo la puntata di Porta a Porta

By Iole Di Cristofalo

Aborto e pro vita nei consultori: che cosa è successo oggi

Le polemiche sull’ingresso dei pro vita nei consultori non si placano, dopo l’ordine del giorno non passato alla camera e dedicato alla tutela della piena attuazione del diritto all’aborto, arriva una nota dalla comunità europea. In più, scoppia la polemica dopo la puntata di Porta a Porta dedicato a questo argomento, procediamo per ordine vedendo che cosa è successo in poco tempo.

Aborto, assistenza medica, consultori, diritti delle donne: ne parlano cinque uomini…

Aborto

Iniziamo proprio dal programma televisivo, dal dibattito per discutere un tema sociale così importante come il diritto e l’assistenza in caso di interruzione della gravidanza, era necessaria la presenza anche delle donne, Questo non è successo a Porta a Porta che non manca di ospiti abituali femminili, dalla politica al mondo sociale e volontariato, dalla medicina alla parte più culturale e intellettuale del paese.

Il dibattito su Porta a Porta riguardo all’aborto ha sollevato polemiche per la presenza esclusivamente maschile in studio durante la discussione. Cinque uomini hanno dibattuto dei diritti delle donne, suscitando critiche per la mancanza di rappresentanza femminile. I membri del Pd della Commissione di vigilanza Rai hanno condannato l’evento, sottolineando la violazione dei principi di parità di genere nel Contratto di Servizio Rai.

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La presidente della Rai, Marinella Soldi, ha richiamato Vespa al ruolo del servizio pubblico nel trattare temi sensibili come l’aborto. La mancanza di rappresentanza femminile è stata considerata una forzatura e una violazione del codice etico dell’azienda. La redazione di Porta a Porta ha replicato sostenendo che le donne erano invitate ma indisponibili, e che l’aborto era solo uno dei molti temi trattati nella trasmissione.

L’Unione Europea in contrasto con il decreto sulla 194 connesso al Pnrr

L’Unione Europea ha respinto l’emendamento proposto da Fratelli d’Italia sul PNRR, che mirava a utilizzare i fondi per coinvolgere volontari di associazioni nei consultori per proporre alternative all’aborto. Il portavoce della Commissione Europea, Veerle Nuyts, ha dichiarato che tale misura non è congruente con il Piano di Ripresa e Resilienza.

L’emendamento è stato approvato in Commissione Bilancio e sarà sottoposto a votazione alla Camera. Le critiche non si sono fatte attendere, con accuse di propaganda ideologica rivolte ai Cinque Stelle e alla Lega, che si sono astenuti sulla proposta. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha condannato l’uso politico dei fondi del PNRR, definendolo un’offesa alla dignità e un abuso delle risorse pubbliche.

Incomprensioni anche all’interno della maggioranza sulla risposta all’ordine del giorno.

aborto

La solidità della maggioranza è stata messa in discussione durante la giornata di ieri. I sostenitori della vita, tra cui i quindici leghisti che si sono astenuti, si aspettavano un voto contrario. L’associazione Pro Vita & Famiglia organizzerà una manifestazione nazionale a Roma il 22 giugno. Meloni ribadisce che l’emendamento di Fratelli d’Italia non intende modificare la legge 194, ma offre alternative alle donne nei consultori, come previsto dalla legge stessa. Tuttavia, i difensori della libertà nei consultori delle donne denunciano il tentativo ideologico di minare la libertà di scelta femminile, soprattutto durante la gravidanza, per approfondire. Ecco il botta e risposta Giorgia Meloni e Ana Redondo, ministra per l’Uguaglianza spagnola.

Scrive su X la ministra spagnola: Consentire pressioni organizzate contro le donne che vogliono interrompere una gravidanza significa minare un diritto riconosciuto dalla legge. È la strategia dell’estrema destra: minacciare per togliere diritti, per frenare la parità tra donne e uomini.

Risposta della premier, Giorgia Meloni: “Varie volte ho ascoltato ministri stranieri che parlano di questioni interne italiane senza conoscerne i fatti. Normalmente quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni“.

Risposta della ministra Maria Roccella, per le pari opportunità e la famiglia: Suggerisco ai rappresentanti di altri Paesi di basare le proprie opinioni sulla lettura dei testi e non sulla propaganda della sinistra italiana, che si dichiara paladina della legge 194 ma non ne conosce il contenuto o fa finta di non conoscerlo, dal momento che contesta un emendamento che non fa altro che riprodurre alla lettera un articolo della legge sull’aborto in vigore da 46 anni. Leggi, emendamenti e relazioni ministeriali al Parlamento sono a disposizione di chiunque voglia consultarli prima di esternare, per evitare di farlo senza cognizione di causa.

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