Il processo Giulio Regeni prosegue, nuove verità su quello che ha subito
Nel periodo compreso tra gennaio e febbraio del 2016, l’Egitto fu teatro dell’atroce omicidio di Giulio Regeni, dottorando italiano presso l’Università di Cambridge. La madre di Regeni fu una delle prime a denunciare che il figlio, rapito il 25 gennaio 2016, fu soggetto a torture così brutali da renderlo irriconoscibile.
Il suo corpo mutilato fu rinvenuto all’inizio di febbraio in una strada periferica del Cairo, evidenziando segni di pestaggi, bruciature, lesioni da calcio e bastone, oltre a numerose fratture e la rottura di sette costole, delle dita delle mani e dei piedi. L’uso di un punteruolo lasciò ulteriori segni di violenza. La causa della morte fu attribuita a un’emorragia cerebrale e a gravi lesioni alla vertebra cervicale. Il funerale si tenne il 12 febbraio 2016 a Fiumicello.
Dopo approfondite indagini e ostacoli nel corso delle indagini, quattro agenti segreti egiziani furono accusati, sebbene l’Egitto abbia dimostrato scarsa collaborazione nel fornire assistenza alla giustizia italiana. Tuttavia, aggiornamenti provenienti dalle udienze più recenti riguardanti le torture subite consentono una migliore comprensione delle circostanze della morte e potrebbero portare a una condanna definitiva dei responsabili.
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Caso Giulio Regeni, in Egitto avvengono torture nelle carceri con mazze, pugni, calci e bruciature
A Roma, si è tenuta la quinta udienza del processo riguardante l’omicidio di Giulio Regeni, un caso che vede quattro agenti segreti egiziani imputati. Durante l’udienza, è intervenuto il dottor Vittorio Fineschi, medico legale e consulente della procura di Roma, nonché docente di anatomia patologica.
La sua testimonianza ha gettato luce sulle gravi violazioni dei diritti umani in Egitto, poiché i segni di tortura riscontrati durante l’autopsia sul corpo di Regeni sono ricorrenti in altri casi simili. Le ferite sul corpo del giovane, che è stato rapito e ucciso, includono segni di pugni, calci, l’uso di mazze e bruciature, che riflettono le pratiche di tortura documentate in altri casi in Egitto.
È emerso che gli accertamenti medico-legali effettuati in Egitto sono stati condotti al di sotto degli standard minimi, risultando poco approfonditi e incompleti. Aggiungiamo che l’Egitto è stato condannato più volte dal Parlamento europeo per sparizioni forzate, torture, detenzioni in condizioni degradanti, arresti arbitraria, intimidazione a attivisti, giornalisti, studenti e persone LGBT. Le torture sono state effettuate dal Regime di Al-Sisi persino su minori sotto i dodici anni.
Giulio Regeni, stima sulla morte e la lettura di dossier scioccanti sulla tortura
Il medico legale Vittorio Fineschi ha fornito importanti dettagli sull’ora approssimativa della morte di Giulio Regeni. Secondo i dati emersi, il giovane sarebbe deceduto tra le 22 del 31 gennaio e le 22 del 2 febbraio 2016, un intervallo di tempo estremamente lungo di 124 ore prima del ritrovamento del corpo per l’autopsia. Durante l’udienza, è intervenuto anche il tossicologo forense Marcello Chirotti, sempre in qualità di consulente della procura di Roma. È emerso che sul corpo della vittima non sono state rinvenute tracce di droghe o farmaci, né segni di somministrazione di sostanze tossiche o velenose.
È importante sottolineare che l’assunzione di droghe o farmaci potrebbe rendere la vittima sonnolenta o in uno stato di trance, il che potrebbe prolungare il tempo di tortura subito. D’altra parte, l’uso di sostanze tossiche o velenose potrebbe accelerare il processo di morte. Gli esperti legali hanno concluso che le violenze subite, compresi colpi ben precisi che hanno causato un’emorragia cerebrale e un colpo letale alla vertebra cervicale, sono state la causa della morte di Regeni. Per determinare con maggiore precisione l’ora della morte, il 6 febbraio è stato eseguito sull’occhio dell’ucciso l’esame del potassio intraoculare, che ha fornito informazioni cruciali sul lasso di tempo di tre giorni, pari a 124 ore.
Riguardo alle torture simili a quelle subite da Regeni nelle carceri, è stato menzionato un esame delle contusioni basato su due studi scientifici pubblicati in Egitto. Tali studi hanno documentato 365 casi di tortura tra il 2009 e il 2010, evidenziando bastonate sui piedi e fratture ossee. Oltre a queste pratiche, vi sono altre forme più subdole di tortura, come l’ammanetta mento dei polsi e delle caviglie, bruciature, colpi di mazza e trascinamento del corpo ferito.