Bimbo gettato dal balcone estubato. La colf sulla babysitter: “Era una brava ragazza”

By Redazione

lI piccolo di 13 mesi che martedì è stato lanciato dal balcone è stato estubato, e respira autonomamente.

Seppure rimane in prognosi riservata, i medici si dicono ottimisti. Nel frattempo, la baby sitter ha confessato ed è stata arrestata: l’accusa è quella di tentato omicidio. Viene assistita da medici e psicologi per paura di eventuali atti autolesionistici. La giovane, si trova infatti “in una specie di sorveglianza, per timore di gesti autolesionistici”,

Ora, è la colf Anna, 45enne, a parlare di quella folle mattinata.

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Il racconto della babysitter

Erano le 10 e 20, e la tata era scesa dal secondo piano al primo. Al gip, la 32enne racconta di aver detto alla colf: “Adesso il bambino è libero”. “E’ stata l’unica cosa che sono riuscita a fare. Una frase ripetuta più volte perché la signora non capiva e solo dopo la mia insistenza, che era una specie di richiesta d’aiuto, è corsa giù nel retro della casa dove era caduto il piccolo”.

Ed è stato così che Anna ha trovato il piccolo, esanime nel cortile e o ha scosso per farlo vomitare, così da liberargli almeno il respiro

Le parole di Anna, la colf

Così Anna ha trovato il piccolo esanime nel cortile, con coraggio lo ha scosso per farlo vomitare permettendogli così di liberare il respiro. Oggi racconta: “Dio mi ha dato la forza di aiutare il bimbo in quel momento terribile. Io sono molto credente e anche adesso continuo a pregare incessantemente”.

Mentre sulla babysitter dice: “Una brava ragazza, non si vedeva niente di strano e si era sempre comportata bene”.

Anche la nonna del bimbo ha riferito agli inquirenti di non aver mai notato nulla di strano nella giovane, che, però, pare abbia affrontato un periodo di difficoltà negli ultimi mesi, a causa del lavoro.

La 32enne, laureata in Economia, aveva avuto problemi a trovare lavoro e quello di babysitter in quella casa lo svolgeva solo dallo scorso gennaio. “Si è sentita abbandonata”, ha riferito il suo avvocato Francesca Neri.

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