27 Paesi Ue approvano le nuove sanzioni alla Russia
Sanzioni alla Russia, processo mediatico (per ora) sulla morte di Alexei Navalny, evoluzione nella guerra Ucraina e attesa sulla sorte di Julian Assange. Questo è il fronte di guerra in Europa mentre corrono notizie anche sulla situazione mediorientale, la tregua a Gaza secondo gli Stati Uniti deve avvenire a determinate condizioni così si arriva ad un veto ma ad una proposta da Washington vicina alle posizioni dell’Unione Europea (Qui l’approfondimento).
27 paesi dell’Unione Europea hanno approvato il 13° pacchetto di sanzioni contro la Russia, in risposta alle azioni di Putin in Ucraina e al caso Navalny. Il Ministro Tajani ha proposto questa misura su Rai 2, definendo le azioni russe come gravi violazioni dei diritti umani. Gli ambasciatori comunitari hanno concordato sulle sanzioni nell’ambito dell’aggressione russa in Ucraina.
Ursula Von der Leyen ha dichiarato che si sta limitando l’accesso della Russia ai droni. L’Ungheria ha sorprendentemente rinunciato al veto su questo pacchetto di sanzioni, con il Ministro degli Esteri Szijjàartò spiegando che sono stati rimossi punti contrari agli interessi nazionali ungheresi. L’Ungheria continua a esigere la protezione dei suoi interessi nei negoziati sul 14° pacchetto, criticando l’UE per ridurre la propria competitività a vantaggio di altri.
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Aggiornamenti sul caso Navalny, morto nelle carceri della Russia: sanzioni da Londra
Il governo britannico ha annunciato l’imposizione di sanzioni su sei funzionari russi, accusati di essere coinvolti nella morte del dissidente Alexei Navalny. Secondo le ultime informazioni, si ipotizza che Navalny sia stato ucciso da un pugno al cuore, una tecnica spesso associata agli agenti delle forze speciali dell’ex KGB.
Questo colpo fatale è avvenuto dopo che il detenuto è stato sottoposto a ore di congelamento, come riportato dal Times, che ha citato Vladimir Osechkin, fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net. Le sanzioni britanniche rappresentano una risposta decisa alle gravi accuse di violazioni dei diritti umani e delle norme internazionali.
Ecco chi ha sanzionato Londra, le persone accusate non potranno viaggiare nel Regno Unito in più verranno congelati assett individuati dalle autorità britanniche. Sono ritenuti responsabile della morte dell’oppositore di Putin il comandante della colonia penale siberiana, il colonnello della guardia penitenziaria Vadim Kalinin, e di 5 suoi vice: i tenenti colonnelli Sergey Korzhov, Vasily Vydrin, Vladimir Pilipchik, Aleksandr Golyakov e Aleksandr Obraztsov. La madre di Navalny ha fatto causa a Mosca tramite un tribunale dell’estremo Nord Russo, il caso sarà esaminato il 4 marzo. Qui potete leggere la cronaca della caduta di Avdiivka e di come cambierà l’equilibrio nella guerra Russia Ucraina.
Sulle sorti di Assange, tra attese e cortei
La sorte di Assange, cofondatore di Wikileaks, tiene tutti con il fiato sospeso. Rischia fino a 175 anni di prigione e la sua famiglia teme che possa subire la stessa sorte di Navalny, poiché è considerato un personaggio scomodo. Il giornalista australiano non può partecipare all’udienza per motivi di salute; al suo posto sono presenti i suoi avvocati difensori, che hanno informato i due giudici di appello e la moglie Stella.
Assange appare visibilmente invecchiato, con capelli lunghi e barba bianca, e, nonostante i suoi 52 anni, sembra più anziano. L’attesa della sentenza è accompagnata da cortei di protesta e richieste di clemenza che si estendono fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo, come annunciato dalla moglie Stella. In Italia, ieri Bologna e Roma hanno conferito la cittadinanza onoraria ad Assange; oggi si tengono cortei, come a Catania, dove si è svolta una manifestazione in Via Etna.
Anche a New York c’è un presidio davanti al Consolato britannico, con la partecipazione di vip come Susan Sarandon. L’iniziativa, organizzata da diversi gruppi, è iniziata ieri. Negli Stati Uniti, Assange è accusato di 18 capi d’imputazione, ma molti attivisti denunciano una violazione della libertà di informazione e della libertà di stampa, sollecitando l’attenzione di tutti i governi.