Tra le vicende giudiziarie di Nicolas Sarkozy che fanno notizia oggi troviamo la condanna ad un anno di carcere per finanziamento elettorale illecito. Il caso si chiama Bygmalion e dato che porta indietro nel tempo, al 2012, molti ricordano il duro attacco a Silvio Berlusconi collegato alla crisi del 2011, in quegli anni, al centro della politica estera c’era l’intervento militare in Libia con sostenitori e non sostenitori. L’Italia gioca un ruolo importante per l’uso delle basi e l’intelligence italiana che accusò i francesi di avere degli interessi sul petrolio da estrarre ed esportare, in rete si trovano diversi approfondimenti e ricostruzioni di quegli anni.
Condanna Sarkozy
L’inchiesta “Caso Bygmalion” si riferisce alle spese illecite nella campagna presidenziale francese del 2012. Nicolas Sarkozy, l’ex presidente, è stato condannato in appello a un anno di carcere. Il processo ha esaminato le spese eccessive e le false fatture legate alla campagna elettorale.
Le discussioni online ancora mostrano i dibattiti contro l’avversario, Francois Hollande, che alla fine vinse le elezioni. Durante il processo, la Corte d’Appello ha letto una sentenza di 244 pagine mentre Sarkozy era presente in aula. La condanna finale è di un anno, con sei mesi di condizionale, i quali saranno eseguiti tramite pene alternative decise da un giudice entro trenta giorni.
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Il tribunale ha riconosciuto che, in qualità di Capo di Stato, Sarkozy era consapevole dei rischi legati alle spese eccessive della campagna elettorale del 2012, ma non ha fatto nulla per contrastarli.
Caso Bygmalion, le indagini
Le spese eccessive venivano coperte con un sistema di doppia fatturazione a favore dell’UMP, il partito presidenziale, questo per nascondere il superamento dei conti concessi. Il limite massimo di spesa era di 22 milioni di euro, invece Sarkozy ha speso per la campagna elettorale persa 43 milioni di euro, il doppio. Bygmalion è il nome della società di comunicazione impegnata nella campgna elettorale. L’UMP chiese di emettere fatture false in nome del partito e non del candidato.
Le altre vicende giudiziarie
Nicolas Sarkozy è stato al centro di diverse controversie giudiziarie nel corso degli anni. Nel 2014, ha segnato un precedente diventando il primo ex presidente francese ad essere fermato per corruzione. Nel 2018, è stato arrestato per sospetti finanziamenti illeciti legati a Gheddafi. Nel 2019, è stato rinviato a giudizio per presunte collusioni con un magistrato. Nel 2021, le condanne sono arrivate: tre anni di carcere per corruzione e traffico di influenze, e un anno di reclusione per finanziamento illecito.
Il “Caso Bismut” ha aggiunto un’altra condanna, confermata anche in appello, di tre anni di carcere, uno senza condizionale. L’ex presidente ha fatto appello in Cassazione. L’accusa includeva corruzione e abuso di ufficio, con un anno di arresti domiciliari elettronici. Nel 2014, usando l’alias “Paul Bismuth”, Sarkozy acquistò un telefono, un fatto che risale a dieci anni fa e che coinvolge l’avvocato Thierry Herzog.
Al centro delle discussioni tra Sarkozy e Herzog c’è Gilbert Azibert, procuratore generale della Corte di Cassazione, coinvolto nell’ottenere una condanna per l’ex premier francese. Azibert è accusato di aver agito di nascosto per supportare un ricorso di Sarkozy legato al caso Bettencourt. In cambio, avrebbe chiesto assistenza a Sarkozy per un importante incarico nel Principato di Monaco.
La campagna elettorale del 2012
Nel 2012, Nicolas Sarkozy, candidato alle elezioni presidenziali, subisce una sconfitta storica: il primo presidente uscente nella storia francese a essere eliminato al primo turno. La sua riunione celebrativa, una settimana prima delle elezioni, si trasforma in un’occasione per riflettere sulla sconfitta imminente. Anche nel secondo turno, Sarkozy perde contro François Hollande, ottenendo solo il 48,3% dei voti.
Dopo la presidenza, Sarkozy torna alla politica nel 2015, vincendo le elezioni provinciali con una coalizione conservatrice. Il suo ritorno è trionfale, conquistando una maggioranza di dipartimenti e fondando un nuovo partito, Les Républicains. Tuttavia, la sua ambizione presidenziale nel 2017 si conclude con una deludente terza posizione alle primarie del partito, seguita dalle dimissioni dalla presidenza. Sarkozy, pur mantenendo un ruolo influente, non riesce a riconquistare la presidenza.