Morto Vittorio Emanuele di Savoia, circondato dalla sua famiglia a Ginevra

By Iole Di Cristofalo

Emanuele di Savoia
Fonte: Wikipedia

Morto Ginevra Vittorio Emanuele di Savoia

Ginevra Vittorio Emanuele di Savoia è morto, 86 anni, mancava poco all’87 anno raggiunto il 12 febbraio. L’annuncio è stato diffuso dalla Real Casa di Savoia con questo messaggio: Alle ore 7:05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile.

Sulle sue condizioni di salute, si espresse Emanuele Filiberto nella trasmissione di Verissimo, a settembre 2023. Il padre non camminava bene. Ripercorriamo nel nostro articolo la sua storia.

Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell’ultimo re d’Italia

Vittorio Emanuele di Savoia è nato a Napoli il 12 febbraio 1937. Membro di casa Savoia che ha origine alla fine del X secolo, Regno di Borgogna. Figlio dell’ultimo Re d’Italia, Umberto II, il Re di maggio lo definirono per la brevissima durata del regno in un momento di transizione nel 1946, il Referendum del 2 giugno sancì definitivamente il passaggio alla Repubblica.

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Maria Josè del Belgio fu l’ultima regina consorte d’Italia, era figlia di Alberto I di Sassonia, divenuto re dei Belgi dal 1909 e di Elisabetta Gabriella, nata in duchessa in Baviera. Vittorio Emanuele di Savoia è stato dal 1983, pretendente al trono d’Italia con la linea dinastica Aimone di Savoia Aosta, con la moglie Marina Doria (ex campionessa mondiale di sci d’acqua negli anni cinquanta) ha avuto un figlio, Emanuele Filiberto.

Ultimo principe d’impero

Nel 1937, Vittorio Emanuele di Savoia ricevette il titolo di Principe di Napoli, destino che toccava ai primogeniti in alternanza in Casa Savoia, tutti potenziali principi ereditari o sostituti. Spettava anche il titolo di principe di Piemonte che era attribuito al padre Umberto.

Nel 1938, il tentativo di un colpo di stato co Pietro Badoglio, Rodolfo Graziani per far cadere Mussolini. Vittorio Emanuele sarebbe stato il nuovo re con l’accordo della madre e del padre, Maria José sarebbe stata nominata reggente del regno fino ai 21 anni del principe. La fuga da Roma del Re d’Italia, insieme al Maresciallo Badoglio fu il trasferimento precipitoso di casa reale, capo del Governo e vertici militari verso Brindisi. L’assenza di ordini e piani precisi fu a vantaggio dell’avanzata tedesca.

Scandali e procedimenti giudiziari: traffico internazionale di elicotteri

Il primo scandalo per cui è ricordato è degli anni Settanta, traffico internazionale di armi verso alcuni paesi meridionali sotto embargo, cioè con divieto di esportazione e/o importazione. L’indagine fu archiviata, Emanuele di Savoia era intermediario d’affari per conto dell’Augusta, azienda specializzata nella costruzione di elicotteri. Con l’amicizia dello Scià di Persia concludeva compravendite nel settore tra Italia, Iran e diversi Paesi Arabi.

 L’omicidio di Dirk Hamer 

Il 18 agosto 1978, sull’isola di Cavallo in Corsica, rimase ucciso a seguito di una sparatorio Dirk Geerd Hamer, figlio di Rike Geerd Hamer. Vittorio Emanuele sparò due colpi di carabina per rispondere ad un furto. Fu arrestato con ipotesi di accusa di omicidio, uno dei priettili colpì la coscia di Dirk Geerd, allora diciannovenne e studente tedesco.

Dalla difesa venne fuori che anche altre persone avevano utilizzato armi da fuoco e poi fuggirono per non essere identificate dalla polizia francese. Ci furono diversi atti e azioni, la faccenda fu seguita da tutti i giornali. Nel 1991, Vittorio Emanuele fu prosciolto dall’accusa di omicidio volontario ma condannato a sei mesi per porto abusivo di arma da fuoco fuori dalla propria abitazione.

2021: lettera aperta agli italiani

L’Ansa ha pubblicato una lettera aperta di Vittorio Emanuele di Savoia agli italiani nel 2021. “La lotta contro un’oppressione straniera vive ancora oggi nella dittatura di un nuovo nemico, subdolo e invisibile: il Covid-19. In ogni corsia di ospedale dove un Italiano muore in solitudine o giace malato, si rinnova il sacrificio di quell’Italia”. La lettera fu scritta in occasione del 160° anniversario dell’Unità d’Italia.

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