Luca Piscopo il quindicenne morto dopo avere mangiato sushi in un ristorante di Napoli sarebbe morto a causa di un’infezione da salmonella scaturita dall’ingestione di cibo di scarsa qualità e mal conservato.
Sarebbe poi stata anche la negligenza e l’imperizia del medico di famiglia, che non ha subito riconosciuto l’infezione di salmonella, a condurre il giovane alla morte. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nas e coordinate dai pm Federica D’Amodio e Luigi Landolfi hanno quindi portato a una conclusione inconfutabile: Luca è morto per una infezione da salmonella e per le cure superficiali e tardive.
Sarebbero quindi corresponsabili da un lato i ristoratori, dall’altro il medico.
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I fatti
Il 23 novembre scorso Luca insieme ad alcuni compagni di classe si era recato in un ristorante di sushi al Vomero. I ragazzini avevano scelto il menu all you can eat a soli 16 € e secondo i magistrati era composto da alimenti di qualità scadente e mal conservati. Subito dopo il pasto al Vomero Luca aveva iniziato ad accusare sintomi gravi: febbre, alta vomito e diarrea .
A quel punto i familiari preoccupati si erano rivolti al medico di fiducia, che in quell’occasione si era però limitato a un mero consulto telefonico senza paventare l’ipotesi che potesse trattarsi di salmonella. Dopo avergli assegnato delle cure blande per quello che doveva essere a suo avviso un semplice virus intestinale, non aveva proferito oltre.
Ma la salute di Luca continuava a peggiorare, e solo quando ormai l’infezione si era diffusa, durante le visite al pronto soccorso è stato rilevato che si trattava di un’infezione da salmonella.
Le accuse
Oggi, a indagini concluse, i pm parlano pertanto, come riporta Open di “responsabilità parallele“.
Tuttavia, le accuse che vengono mosse al ristoratore sono più gravi: omicidio colposo, delitto colposo contro la salute pubblica, vendita di alimenti in cattivo stato di conservazione, e somministrazione di sostanze nocive.
In più, nei mesi antecedenti alla morte di Luca, lo stesso ristoratore era stato denunciato per altri casi di simile natura che fortunatamente non avevano avuto come esito infausto quello della morte.
Il ristoratore era già stato sanzionato proprio a causa delle cattive condizioni igienico sanitarie degli alimenti. Quanto invece al medico di famiglia su di lui pende una sola accusa: omicidio colposo in ambito sanitario.
Ad avviso dei magistrati il medico non avrebbe fatto tutto ciò che era necessario per intervenire in modo tempestivo, e non avrebbe disposto quelli accertamenti necessari che indubbiamente avrebbero portato alla corretta diagnosi evitando la morte del ragazzo.