Scandalo in Inghilterra: 30.000 trasfusioni con HIV

By Luana Pacia

Sembra proprio che migliaia di trasfusioni, in Inghilterra, siano state effettuate con sangue infetto. Ecco la verità!

Inghilterra: scandalo rosso sangue

Lo scandalo della contaminazione del sangue del NHS ha gettato una lunga ombra sulla sanità britannica: si stima che più di 30.000 persone siano state infettate da HIV ed epatite C a seguito di trasfusioni di sangue e somministrazioni di prodotti ematici contaminati durante gli anni ’70 e ’80.

L’indagine pubblica su questo disastro terapeutico, definito il più grande nella storia del NHS, ha finalmente annunciato le sue conclusioni, portando con sé una mescolanza di rabbia, dolore e richieste di giustizia da parte delle vittime e delle loro famiglie. Le vittime si preparano a ricevere un risarcimento finanziario di almeno £10 miliardi, insieme alle scuse ufficiali del primo ministro, ma nessuna somma di denaro potrà mai cancellare il costo umano di questa tragedia.

Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui

oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità

nhs

Le vittime

Chi sono coloro che hanno ricevuto sangue infetto? Questo scandalo ha colpito principalmente due gruppi di pazienti del NHS: coloro che necessitavano di trasfusioni di sangue per una vasta gamma di motivi, tra cui interventi chirurgici, parti, incidenti o traumi, e coloro con disturbi emorragici, in particolare l’emofilia, una condizione genetica rara che impedisce al sangue di coagulare correttamente.

L’emofilia A e B sono due varianti della malattia, caratterizzate rispettivamente dalla mancanza di fattore VIII e IX, entrambi necessari per la coagulazione del sangue. Negli anni ’70, per trattare questa condizione, è stata sviluppata una nuova terapia basata sull’uso di plasma sanguigno donato, che purtroppo si è rivelata fatale per molti. I prodotti del plasma, come il fattore VIII, spesso provenivano dagli Stati Uniti, dove donatori in carcere venivano pagati per il loro plasma, nonostante il rischio più elevato di trasportare infezioni.

È stato proprio da qui che ha avuto inizio l’incubo: intere partite di prodotti ematici erano contaminate da virus mortali, diffondendo un destino inevitabile tra coloro che dipendevano da queste terapie per sopravvivere. Il numero delle vittime è stato sconvolgente: oltre 1.250 persone con disturbi emorragici hanno sviluppato HIV ed epatite C, e circa due terzi di loro sono morti di malattie correlate all’AIDS. Altre migliaia di persone hanno contratto solo epatite C, una malattia che può portare a gravi complicazioni, come la cirrosi epatica e il cancro.

Ma non sono stati solo i pazienti con disturbi emorragici a essere colpiti da questa tragedia. Un secondo gruppo di pazienti ha ricevuto trasfusioni di sangue contaminate dopo il parto, interventi chirurgici o altri trattamenti medici, tra il 1970 e il 1991. È stato stimato che tra 80 e 100 persone siano state infettate da HIV e circa 27.000 da epatite C, creando così un’ulteriore ondata di sofferenza.

epatite c

L’indagine svolta dal governo

L’indagine pubblica su questo disastro è stata una lunga, ordinata dall’ex primo ministro Theresa May nel luglio 2017, dopo anni di pressioni e richieste da parte delle vittime e delle loro famiglie. L’indagine ha esaminato attentamente il trattamento di migliaia di persone negli anni ’70 e ’80, esaminando ogni dettaglio della catena di eventi che ha portato a questa tragedia senza precedenti.

Ha coinvolto centinaia di testimoni, tra cui medici, politici, vittime, famiglie e scienziati, e ha messo in luce una serie di errori, negligenze e decisioni sbagliate che hanno contribuito alla diffusione della contaminazione del sangue. Il costo umano e sociale di questo scandalo è stato enorme, con migliaia di vite spezzate e famiglie distrutte.

Ma mentre l’indagine si avvia verso la sua conclusione, rimane ancora molto da fare per garantire che le vittime ricevano la giustizia e il sostegno di cui hanno disperatamente bisogno. Il governo sta lavorando per istituire un organismo di compensazione indipendente, ma le vittime chiedono non solo risarcimenti finanziari, ma anche una maggiore trasparenza, responsabilità e riconoscimento del dolore e della sofferenza che hanno subito.