Sanremo 2024, il Codacons indaga per vendita scorretta dei biglietti
Vi piacerebbe essere tra i 2.000 ospiti della kermesse più importante d’Italia? Non è proprio facilissimo! Se vi parliamo del Festival di Sanremo è perché questo spettacolo suscita sempre molto interesse e in questa occasione si è alzato anche un grande polverone. Ora il Codacons (tutela dei diritti di utenti e consumatori) indaga su una questione legata alle vendite dei biglietti per assistere allo spettacolo dal Teatro Ariston. E’ coinvolta la Rai.
L’apertura dell’indagine, in poche parole, sarebbe dovuta alla data di vendita ufficiale dei biglietti e a quella ufficiosa. Vale a dire, che la vendita per il pubblico “comune” sarebbe stata aperta il 23 gennaio, mentre i dipendenti Rai avrebbero potuto acquistare 2 biglietti a testa già dal 22. Facendoli anche usare ad altre persone. Si tratta di una decisione discriminatoria che al Codacons non va a genio.
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La truffa dell’App che cambia la voce
Sappiamo che l’intelligenza artificiale sta imperversando sempre di più nelle nostre vite, ma a quale prezzo? Un singolare episodio accaduto nella giornata dello scorso venerdì 2 febbraio ci fa riflettere ancora una volta sul potere degli algoritmi e mette in crisi le nostre certezze.
Tramite l’utilizzo dell’AI sono stati messi a segno almeno due colpi di fila, uno nel quartiere San Giovanni e l’altro in zona San Pietro, a Roma. Due vittime nel giro di poche ore, utilizzando il seguente stratagemma: dei malviventi utilizzano una app in grado di riprodurre in modo fedele la voce di un congiunto del loro obiettivo di turno, fingendosi il parente in difficoltà, in maniera da non destare sospetti. E, nonostante le raccomandazioni di non consegnare mai denaro né gioielli agli sconosciuti, le vittime sono state truffate.
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Violentata a Milano dal fisioterapista
Una donna di 40 anni ha denunciato di essere stata violentata da un fisioterapista durante un massaggio. Lo stupro sarebbe avvenuto a Milano, come riporta il Giorno. L’uomo, 30 anni, si è approcciato a lei in modo esplicito e alquanto aggressivo. Nonostante la tensione della 40enne, il professionista si è spogliato e ha preteso un rapporto sessuale. Lei sarebbe riuscita a scappare e a denunciare l’uomo, che ora rischia un’importante condanna.
Chiara Ferragni e la presunta malafede dell’azienda Pigna
La società che gestisce i marchi di Chiara Ferragni, la Fenice Srl, ha replicato a Cartiere Paolo Pigna, contestando la legittimità della decisione di Pigna di interrompere i rapporti di collaborazione con l’influencer. La mossa, per la Fenice, sarebbe “aggravata dalla scelta dell’azienda di comunicare al pubblico, prima ancora che a Fenice, la cessazione del rapporto di partnership; una scelta evidentemente strumentale e contraria al dovere di buona fede nell’esecuzione del contratto“.
Ricordiamo che l’azienda di prodotti di cartoleria Pigna aveva assunto la decisione di interrompere i rapporti commerciali con le società collegate alla Ferragni “nel rispetto del proprio codice etico aziendale, che si può consultare anche sul portale pigna.it, che esclude la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi“.
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Immigrazione, caos a Roma Roma nel Cpr di Ponte Galeria dopo il suicidio di un 22enne
Nel Centro di permanenza per il rimpatrio di via Cesare Chiodi a Ponte Galeria (RM) c’è stata una vera rivoluzione dopo che intorno alle 6 di oggi, domenica 4 febbraio un 22enne originario della Guinea è stato trovato morto suicida. Circa 60 ospiti hanno provato a sfondare una porta in ferro, hanno lanciato sassi contro il personale della struttura e hanno tentato di incendiare un’auto.
Sul posto, la polizia ha lottato duramente per placare le proteste. Due carabinieri e un militare dell’Esercito sono rimasti feriti. Il commento de Valentina Calderone (garante dei detenuti della città capitolina) è stato: “Non c’è bisogno di aspettare le indagini per poter dire che luoghi come Ponte Galeria sono totalmente disumani. Non c’era bisogno di aspettare la morte di un giovane ragazzo per dire che questi posti vanno chiusi“.
Fermato ultimo aggressore del branco che ha violentato 13enne a Catania
Mentre tentava di scappare, è stato fermato il settimo aggressore del branco che ha violentato una ragazza 13enne a Catania lo scorso 30 gennaio. Tutti di origine egiziana e di loro 3 sono ancora minorenni. Così si è potuto provare che il terzo DNA estratto dalle tracce biologiche prelevate dagli indumenti della 13enne, coincide con quello dell’ultimo aggressore arrestato.
Per l’accusa si tratterebbe della conferma della sua innegabile partecipazione agli abusi. La giovane lo ha accusato e riconosciuto senza esitare nel confronto che si è svolto alla presenza del magistrato che coordina le indagini dei Carabinieri.