Rezza lancia allarme sui vaccini: “Vaccinare subito anziani”

By Redazione

Gianni Rezza. direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, è categorico sui vaccini: “Quando parliamo della vaccinazione dell’anziano, parliamo della triade maledetta: influenza, pneumococco e zoster. La percezione del rischio di colui che dovrebbe vaccinarsi è bassa e la scarsa conoscenza fa sì che si tenda a non vaccinarsi. I medici di medicina generale dovrebbero forse fare una proposta più aggressiva, ma gli specialisti credo pensino poco alle vaccinazioni. Non è un’accusa, ma credo ci sia una poca cultura vaccinologica diffusa. Si pensa ad assistere e trattare il malato per quella patologia e non si pensa a raccomandare la vaccinazione. Bisognerebbe aiutare i medici per far questa scelta”.

Rezza sulla vaccinazione influenzale

Sulla copertura vaccinale, Rezza spiega: “l’influenza l’anno scorso ha avuto una battuta d’arresto, al 60%. L’attenzione era per l’anti-Covid – sottolinea – quindi, anche potendo vaccinare insieme Covid e influenza, ciò non è avvenuto o è avvenuto molto raramente. Sono state due stagioni a bassa intensità, anche perché mascherine e distanziamento sociale sono ostacoli che, per un virus influenzale che arriva da fuori, determinano una bassa incidenza che non ha aiutato la vaccinazione. Per lo pneumococco le cose vanno un po’ meglio, ma non bene per l’Herpes zoster”.

Inadeguata informazione sull’importanza dei vaccini

L’esperto ricorda inoltre che: “Per prevenire una polmonite pneumococcica o l’influenza significa ridurre il rischio di infarto e ictus, che aumenta nei giorni successivi alla guarigione dall’influenza. Lo zoster, noto come fuoco di Sant’Antonio, aumenta il rischio di trombosi cerebrale. Il vaccino previene anche componenti non infettive”.

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Controllo dell’ipercolesterolemia

Mentre Antonello Incalzi preme inoltre sull’importanza del “controllo dell’ipercolesterolemia”, e sottolinea anche come “il vaccino realmente protegga”.

L’esperto invita dunque ad “uno sforzo complessivo sia nel corso di laurea che nelle professioni sanitarie, perché il vaccino abbia il posto che merita e che al momento non ha”.

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