Re Juan Carlos di Spagna ha ucciso suo fratello, lo sapevi?
Anche i re sbagliano. Non è il titolo di una serie qualunque. E’ un’espressione reale, e non solo perché ci va di mezzo un re. E’ proprio accaduto questo fatto. L’ex re spagnolo (oggi re emerito) Juan Carlos ha ucciso con un colpo di pistola il fratello minore Alfonso all’età di 18 anni. Quando la notizia è trapelata, si è affermato che si era trattato di un incidente mentre Juan Carlos stava pulendo la sua pistola. Adesso c’è una serie in streaming che rivisita l’incidente e mette in dubbio che si sia trattato davvero di un incidente…
In questo post vi parliamo di ciò che accadde, di come fu nascosto il fatto (all’epoca non c’erano i social e la stampa era fortemente controllata) e della serie che riprende l’accaduto e lo presenta nella sua crudezza. Guardate!
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Re Juan Carlos di Spagna, una vita segnata tra i doveri e la dittatura
Juan Carlos de Borbón nacque a Roma, durante l’esilio dei suoi genitori. Visse poi in Svizzera, finché l’intera famiglia si stabilì a Estoril, in Portogallo. Juan Carlos scoprì la Spagna, il suo futuro regno, solo quando aveva 10 anni. Il suo arrivo a Madrid fu il risultato di una trattativa tra suo padre, Don Juan, e il generale Francisco Franco. Sul ponte dell’Azor, nel 1948, si accordarono su come sarebbe stata l’educazione di “Juanito”. Alla fine si accordarono che il Conte Barcelona (il padre di Juan Carlos) avrebbe consegnato il figlio maggiore al Generalissimo affinché potesse essere educato ai valori del Movimento Nazionale. Solo allora Franco ha valutato la possibilità di nominarlo suo successore.
La decisione di restaurare la monarchia presa a tavolino
La legge sulla successione del capo dello Stato (dal Generale Franco stesso scritta) lo autorizzava a proporre il suo successore come “re” o “reggente del regno”. Franco ritenne che gli sarebbe potuto succedere solo un discendente dei monarchi cattolici e presto scoprì di avere tempo per addestrare il giovane principe secondo le regole del suo regime. Lo voleva vicino a sé. Don Juan accettò. Non riusciva a trovare altro modo per restaurare la monarchia in Spagna. Ma la decisione ufficializzò anche le sue dimissioni: sicuramente non sarebbe stato re.
In una storica intervista alla rivista Point de Vue nel 2014, Juan Carlos ha descritto in modo molto semplice come è stata la sua formazione: “La mia formazione è stata pianificata tra Franco e mio padre. Ero come una pallina da ping pong: quando il loro rapporto andava bene studiavo in Spagna , quando andava male studiavo in Portogallo. Questa è stata la sintesi della mia vita finché non sono entrato all’Accademia Militare”.
Negli anni successivi, il principe visse a Madrid con il fratello minore, Alfonsito. Vedevano la famiglia solo quando tornavano a Lisbona per le vacanze.
Tragica Pasqua 1956
Accadde nelle festività di Pasqua del 1956. I conti di Barcellona ricevettero i loro figli a Estoril, loro residenza in esilio. Juan Carlos, 18 anni, portava nel suo bagaglio un’arma che gli aveva regalato un compagno di classe dell’Accademia Militare. Si trattava di un Long Automatic Star, calibro 22. Con Alfonsito, che all’epoca aveva 14 anni, passavano ore a sparare in giardino, finché a loro non viete vietato di usale l’arma. Dopo mille suppliche, convincono la madre, Doña María, a restituirglielo. Dicono che vogliono solo guardarlo: “Non è per sparare, mamma, solo per vederlo.“
I fratelli sono soli nella stanza quando si verifica il tragico esito. Secondo lo scrittore e giornalista Abel Hernández, l’infanta Margarita, nonostante il suo finissimo udito, non ha sentito lo sparo. Nemmeno i genitori. “Pilar sì, e non dimenticherà mai quel rumore sordo“, dice. Il proiettile entra nel naso di Alfonsito e gli colpisce il cervello. Il rapporto ufficiale, diffuso dall’ambasciata spagnola a Lisbona, è equivoco:
“Mentre Sua Altezza l’Infante Alfonso quella notte puliva una rivoltella con suo fratello, è stato sparato un colpo che lo ha colpito alla fronte e lo ha ucciso in pochi minuti“. Poco dopo si sa la verità: era Juan Carlos a impugnare la pistola quando il proiettile è stato sparato.
Antonio Eraso (un amico di famiglia) andò a parlare con Juan Carlos. Dopo un po’ scese e disse: “È distrutto, dice che si farà frate certosino“. Don Juan gli ordinò di scendere, gli prese la mano e la posò sul petto del fratello morto: “Giura che adempirai ai tuoi doveri dinastici“. “Ha giurato e ha adempiuto”.
Juan Carlos, unico testimone della tragedia, non fece mai riferimento pubblicamente a quel 29 marzo 1956, Giovedì Santo con la luna piena. Involontariamente, il suo silenzio ha dato luogo a mille speculazioni e cronache nello stile di un romanzo poliziesco.
La serie in streaming “Salvar al rey”
La serie HBO Max “Salvar al rey” inizia con Franco e non sta zitta né gira in punta di piedi attorno ad alcuni degli atti più punibili e imbarazzanti dei Borbone. Racconta dell’amicizia con Franco, del 23-F (colpo di Stato del 23 febbraio 1981), della casa che doveva ospitare con i suoi cari, dei complotti di omicidio e malversazione, dell’ossessione per la sua amante Corinna zu Sayn-Wittgenstein-Sayn, del suo totale e assoluto distacco dalla realtà…
La serie HBO Max non osa proprio aggirare Felipe VI in punta di piedi, ma si lascia sfuggire che doveva essere venduto come il re perfetto e infallibile per contrapporre suo padre: guarda quanto è intelligente questo ragazzo, meno male che ci siamo sbarazzati di lui e qualcuno giusto ci guida. Lo stesso ‘Save the King‘ chiarisce che si tratta di un muro imposto dagli stessi poteri che permettono alla serie di esistere, ma non ne impedisce il godimento assoluto. A tratti sembra un film di spionaggio: prove distrutte, viaggi internazionali segreti, microfoni nascosti, chiamate registrate, minacce di morte, infedeltà… Di sicuro, da vedere!!! Anche su prime video