Pullman precipita da cavalcavia a Mestre
Ieri sera (martedì 3 ottobre) si è diffusa la notizia dell’immane tragedia avvenuta a Mestre alle 19.50, quando un pullman noleggiato per servizi turistici, è precipitato dal cavalcavia e, dopo un salto di 15 metri, ha preso fuoco. Sulla scena erano presenti i soccorritori, che sono accorsi in massa. Oggi, il tragico bilancio che lascia sgomenti: 15 morti e 18 feriti, tra i quali alcuni sono in condizioni molto gravi. Vediamo che cosa è successo e com’è potuto accadere un incidente così grave.
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La dinamica dei fatti
La prima telefonata giunta al 112 è scattata alle ore 19.51, quando un passante ha visto il pullman sfondare il guardrail e cadere nel vuoto. Di fatto, secondo le prime ricostruzioni, alle 19.50, l’autobus, diretto al campeggio Hu con una quarantina di turisti a bordo, stava percorrendo il cavalcavia “Della Vempa”, poco lontano dalla ferrovia, quando l’autista, il trevigiano Alberto Rizzotto, 40 anni (anche lui tra le vittime accertate) ha perso il controllo del mezzo, ed è piombato contro il guardrail, sfondandolo.
L’autopsia sul corpo dell’autista, disposta dalla procura, aiuterà a capire se l’uomo sia stato vittima di un malore.
L’inizio di una vacanza finita in tragedia; un drammatico bilancio
Il bus-navetta era un mezzo elettrico, noleggiato per portare i turisti (in questo caso molti ucraini e tedeschi) da Venezia al campeggio che si trova all’inizio della strada Romea, a Marghera. Purtroppo, gli ospiti non sono mai arrivati perché il mezzo è precipitato dal cavalcavia. Alla fine della mattinata di oggi, 4 ottobre 2023, il bilancio è di ventuno morti e diciotto feriti, cinque dei quali gravi.
Tra le vittime si trovano, oltre all’autista del mezzo, cinque cittadini ucraini, un tedesco, un francese e un croato. Inoltre, come riferito in mattinata all’Ansa da Paolo Rosi, coordinatore del Suem 118 Veneto, ci sono due bambini (un neonato di pochi mesi, e un 12enne) ed anche una ragazza minorenne. Tra i feriti identificati 4 sono Ucraini, uno è tedesco, uno croato, due sono spagnoli e due sono fratelli austriaci la cui mamma è morta
Le operazioni di soccorso, finite all’alba di oggi, mercoledì 4 ottobre
Alle 5.05 di oggi sono terminate le operazioni di rimozione dell’autobus. Il Comune di Venezia ha comunicato di avere riaperto al traffico sul cavalcavia interessato dall’incidente in cui ora si può viaggiare solo su una corsia. Le operazioni sono proseguite per l’intera notte e ancora ora la strada è presidiata dall’alto dalle forze dell’ordine.
Ancora senza risposte: la ricostruzione avverrà in giornata
Il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha dichiarato che un riesame di quanto accaduto al pullman sarà fatto oggi, mercoledì 4 ottobre: “Noi allo stato non siamo in grado di fare una ricostruzione precisa degli avvenimenti (…) disporremo un’attività medico-legale, sia per attività ordinaria di controllo sia anche perché possiamo immaginare che vi sia qualche soggetto privo di documenti e dobbiamo provvedere ad acquisire tutti gli elementi necessari per l’identificazione“. Il mezzo nel frattempo è stato sequestrato.
L’ipotesi del guardrail leggero e l’errore umano
Giordano Biserni, presidente dell’Asaps (portale della sicurezza stradale) ha dichiarato che il guard-rail sarebbe stato “a unica onda altezza metro e non tripla“, come sarebbe stato necessario per il contenimento di un veicolo che può raggiungere le 18 tonnellate. Poi c’è “il fattore umano”. Ogni conducente sotto i 50 anni deve essere sottoposto ad una verifica sanitaria ogni 5 anni; inoltre, ci sono i controlli a sorpresa, che verificano l’eventuale assunzione di alcol e/o stupefacenti.
Il cordoglio da parte delle Autorità
Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, ha definito la tragedia “un’apocalisse“, mentre il governatore Zaia, ha comunicato di aver annullato tutti gli appuntamenti odierni in segno di lutto. Inoltre, le bandiere delle sedi regionali sono state poste a mezz’asta.
Profondo cordoglio è stato anche espresso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla premier Giorgia Meloni, ma anche da molti esponenti politici stranieri.
In Senato, un minuto di silenzio come segno di cordoglio.