Professoressa aggredita prima di entrare in classe con un coltello
Uno studente minorenne, di diciassette anni, ha ferito alla schiena con un coltello una professoressa di 57 anni. La donna, fortunatamente, non è in pericolo di vita. Soccorsa e portata in ospedale è assistita con codice giallo. La Polizia è riuscita ad intervenire subito e ad arrestare il giovane. Dalle prime notizie, non si conoscono i motivi di un gesto così estremo e pericoloso. La Polizia dovrà ricostruire la vicenda e indagarne i motivi.
La scuola dovrebbe essere un luogo sicuro per studenti, insegnanti e personale scolastico. Il massimo delle istituzioni che si occupano di formazione e educazione, invece è spesso al centro delle cronache per bullismo, violenze su docenti e personali, fatti anche molto gravi dove le persone rischiano di perdere la vita. Ed è proprio quello che è successo nel Varese questa mattina, lunedì 5 febbraio ad entrata in classe.
L’insegnante viene subito aiutata da testimoni, l’ospedale a due passi dalla scuola
La scuola dove è avvenuto questo episodio così grave è l’Istituto professionale Enaip, collocato appena fuori dal centro. Le lezioni iniziato alle 8, la violenza contro la professoressa è quindi avvenuta molto presto.
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Il coltello utilizzato dallo studente è a serramanico. Il giovane è stato colto sul fatto inflagranza di reato. Di fatto, il ferimento dell’insegnante è avvenuta davanti ad altri studenti e testimoni. Sono proprio questi che hanno allontanato il minore colpevole di questa aggressione, poi è stato arrestato dalla polizia di stato, intervenuta subito con le sue volanti.
L’accusa sul giovane è di lesioni. Come abbiamo scritto, la professoressa non è in pericolo di vita e, nonostante tra tagli sulla schiena, non è in gravi condizioni. L’ospedale non è troppo lontano dall’istituto scolastico, l’intervento medico quindi è stato tempestivo.
Interviene sul caso il Ministro Valditara: solidarietà e stato come parte civile
Da mesi il tema delle violenze sui docenti e sul personale scolastico è di attualità. Questo caso, avvenuto questa mattina ha portato subito all’intervento di Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione. A poche ore dal ferimento della professoressa, ha dichiarato che lo Stato dovrà costituirsi parte civile e garantire la tutela legale.
La scuola e le istituzioni scolastiche così subiscono anche un danno di immagine. “Chi aggredisce un suo docente ha aggredito lo Stato stesso e ne deve rispondere” ha dichiarato Valditara. “Nel caso dei minori, dovranno essere i genitori a farsene carico, e deve essere approvato presto il ddl sul voto di condotta“. Il Ministro ha anche espresso solidarietà e vicinanza alla docente ferita.
Avvocatura dello stato e inasprimento delle pene, dalla Camera al Senato entro febbraio
Si sentono padroni a casa, i genitori non educano i figli. Queste testimonianze arrivano da Taranto, dove è accaduto uno degli ultimi episodi di violenza sul personale scolastico, in questo caso sul dirigente. All’interno di un istituto comprensivo, Marco Cesario viene immobilizzato ad un polso, scaraventato per terra e colpito più volte. Anche la vicepreside è stata colpita, racconto sul Corriere della Sera. Il motivo dello scoppio di tanta rabbia, la richiesta alla madre di cambiare la biancheria dell’alunna di tre anni, quindi il fatto di violenza ha al centro l’asilo.
Anche nel Foggiano un preside è stato aggredito da una madre che chiedeva al preside di aumentare i giorni di sospensione di uno studente che aveva picchiato suo figlio e diffuso il video in rete. Non sono passati molti mesi dalla testata in autobus ad un docente da parte di un genitore che si è visto rimproverare il figlio.
Il Ministro ha attivato l’Avvocatura dello Stato, messa a disposizione gratuitamente per un milione e duecento mila persone, ovvero il personale della scuola oggetto di aggressione. Una proposta di legge di Rossano Sasso della Lega è stata approvata alla camera e si attende l’esame del Senato entro questo mese. In arrivo inasprimento delle pene contro violenza fisica e morale nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico. In più, integrare un Osservatorio nazionale sulle violenze a scuola e vari momenti formativi.