Polemica su Zangrillo per un tweet: “Lavativi seriali, asintomatici e in casa dal lavoro per settimane”

By Redazione

E’ polemica in queste ore a causa di un Tweet di Zangrillo ritenuto poco opportuno dall’opinione pubblica.

Accade che lavativi seriali, positivi al test #COVID19, non lavorino per settimane, sebbene asintomatici. Così si distrugge il Paese”, ha sentenziato l’esperto.

Il direttore del dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs del San Raffaele, ha così espresso la sua opinione scatenando una vera bufera.

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Le polemiche dei followers

Non si sono ovviamente fatte attendere le polemiche: “E dopo il virus morto, quelli che si contagiano per non lavorare. Non siamo un paese serio”, dice qualcuno.

“Basta colpevolizzare il singolo. Fino a ieri bisognava chiudersi in casa anche solo per sospetta positività per tutelare gli altri. Se non lo facevi eri considerato un delinquente. Ora se lo fai sei un lavativo. Forse sarebbe tempo di essere coerenti”, osserva qualcun altro.

Non è tardata ad arrivare nemmeno la risposta del collega Roberto Burioni, che ha osservato: “C’è molto trambusto riguardo a un tweet del mio amico @azangrillo che si esprime sulla durata dell’isolamento con la sua – diciamo così – usuale energia dialettica. Non voglio neanche sfiorare la polemica sui lavativi che non mi interessa, ma Alberto, forse involontariamente, pone un problema estremamente importante che dovrebbe essere scientificamente all’ordine del giorno e non lo è”. “Ovviamente – scrive Burioni – non possiamo lasciare in circolazione persone contagiose; allo stesso tempo non possiamo permetterci – come società – di privarci del lavoro di troppe persone per un eccesso di precauzione. Dopo i vaccini e gli antivirali è giunto il momento di capire come unire le esigenze di sicurezza sanitaria con quelle economiche, sociali e culturali del Paese. Come bilanciarle è compito esclusivo della politica: ma i dati sui quali decidere – conclude il virologo – deve fornirli la scienza”. ha infine concluso il collega, cercando in un qualche modo di sedare le polemiche e spiegare in toni più pacati le parole del direttore Zangrillo.
   

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