Maria Ballardini, l’82enne uccisa a coltellate dal marito nella tarda mattinata di giovedì, è stata uccisa con una “smisurata violenza” secondo la valutazione del giudice per le indagini preliminari.
La donna avrebbe cercato di ripararsi con le braccia, questo spiegherebbe il perché delle ferite riportate agli arti, secondo quello che viene definito come meccanismo di “difesa passiva”.
L’omicidio e il tentato suicidio
L’uomo ha poi riprovato a ricomporre la salma, che è stata ritrovata con le mani giunte, per poi tentare il suicidio gettandosi dal balcone del terzo piano.
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I militari della radiomobile che erano intervenuti, lo avevano trovato privo di sensi sotto al balcone della loro abitazione.
Nuovi dettagli sulla morte dell’anziana
Ora, il 77enne Claudio Cognola è accusato di omicidio pluriaggravato, e il gip Andrea Galanti ha convalidato l’arresto e revocato i domiciliari.
Tuttavia, l’uomo si trova al momento ricoverato in condizioni critiche al Bufalini di Cesena, e il suo interrogatorio è stato posticipato, ma il gip Marilù Gattelli ritiene che data la mole di elementi raccolti dagli inquirenti non c’è spazio per ulteriori dubbi circa la sua colpevolezza.
Il lato umano della vicenda
Per il giudice, semmai, il problema è “l’interrogativo sul senso dell’esistenza umana intrisa di quella constante commistione di sentimenti ed emozioni, di inquietudini e dolori”.
Si è trattato di un omicidio di “smisurata violenza” commesso con un “cospicuo numero di fendenti e con buone probabilità associabile a una depressione comune agli anziani compagni di vita e cristallizzato in quelle mani giunte del cadavere“.
Tutti gli amici e i parenti, ascoltati fino ad ora, hanno riferito di un rapporto simbiotico e affiatato, che non avrebbe mai fatto sospettare un simile epilogo.
Dopo l’omicidio, il 77enne ha telefonato ad una nipote: “Ho fatto una brutta cosa, è successa una brutta cosa, ho ucciso la Dada 15 minuti fa e io adesso mi butto dal balcone. Io ti voglio bene ma non posso vivere senza la Dada, senza di lei“.