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Mykyta e Alisa: tutto l’orrore della guerra in Ucraina in una foto del NY Times

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“Mostrate a tutti queste immagini”. A dirlo al NY Times è Serhiy Perebyinis, padre di Mykyta e Alisa, due fratellini di 18 e 9 anni freddati a colpi di mortaio mentre tentavano di fuggire.

Vogliamo risparmiavi quelle immagini, troppo cruente per essere mostrate senza veli. Ma vogliamo raccontarvele, e vogliamo raccontarvi la storia di una famiglia oggi distrutta, cagnolini compresi. Il Ny Times ha pubblicato infatti le foto della fotoreporter Lynsey Addario, suscitando certamente molto scalpore.

Nelle foto, si vedono chiaramente i 3 corpi di mamma e figlioletti, giacere esanimi a terra, il volto insanguinato, le braccia in avanti, come chi viene colpito di spalle mentre fugge.

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Per terra, le loro valigie, probabilmente fatte di fretta, come fa chi scappa, come fa chi non si sarebbe onestamente aspettato che dall’oggi al domani tutta la sua vita sarebbe dovuta entrare dentro un trolley 20×25, da un orrore iniziato 18 giorni fa, repentino e inaspettato.

Mykyta, Alisa e la mamma Tetiana erano rimasti a Kiev perchè Tetiana non voleva lasciare sola la sua mamma, malata di Alzheimer.

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Mykyta e Alisia coi loro cagnolini Benz e Cake, nella loro casa a Irpin, poco prima della guerra in Ucraina

Mykyta, il più grande della famiglia, vegliava su mamma e sorellina e la notte ormai non dormiva più, le orecchie sempre tese verso il suono delle sirene che da un momento all’altro avrebbero potuto iniziare a segnalare un nuovo attacco, ad annunciare un nuovo incubo.

Sono morti mentre fuggivano, cagnolini compresi.

E ora papà Serhiy dice: “Avrei dovuto fare di più, dovevo proteggerli”.

La storia di Serhiy

Lui e Tetiana si erano sposati nel 2001, e subito dopo era nato Mykyta. nel 2014, allo scoppio del conflitto sul Donbass, erano stato costretti a lasciare Donestsk e fuggire alla periferia di Kiev.

Lì ricostruiscono la loro vita, prendono una casa in campagna, e Tetiana trova un nuovo lavoro come contabile in una grande multinazionale.

La vita trascorre lenta e felice tra lavoro e passioni come il giardinaggio e lo sci.

Poi arriva il 2022, l’ombra della guerra, l’orrore in cui l’Ucraina è piombata negli ultimi 19 giorni.

Serhiy era rimasto bloccato nell’est del Paese: era andato a prendersi cura della mamma malata di covid, era preoccupato, ma Tetiana lo aveva rassicurato: “Ce la faremo”.

E invece non ce l’hanno fatta.

Hanno tentato una prima fuga sabato scorso: avevano caricato tutto sulla loro Chevrolet ma un carro armato li aveva fermati e loro erano tornati indietro.

Il giorno dopo Tetiana, i suoi genitori e i figli, riprovano a partire per Kiev. Sono costretti a lasciare la macchina e proseguire a piedi. Poi il buio, quello che oramai tutti conosciamo.

Una intera famiglia cancellata in un secondo. E ora non resta altro che il grido di dolore disperato di un uomo che non ha più nulla: “La mia famiglia è morta in quella che voi chiamata operazione speciale e noi guerra”.

E ancora: “Potete fare di me quello che volete, non ho più niente da perdere” .

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