Perché le donne vivono 6 anni in più degli uomini? Ecco le motivazioni fisiche e scientifiche

By Ana Maria Perez

Le donne vivono 6 anni in più degli uomini

Vi ha incuriosito il titolo di questo post? In realtà, sappiamo da più di un secolo che le donne sopravvivono agli uomini. Ma nuove ricerche mostrano che il divario si sta ampliando da oltre un decennio. Vale a dire, anche se le donne erano più longeve di qualche anno rispetto agli uomini, adesso la media è aumentata considerevolmente. Ma perché? In questo post vi raccontiamo i risultati della ricerca scientifica, che provano che gli ultimi anni sono stati poco generosi con la vita degli uomini.

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Il LONG COVID a oltre 3 anni dall’inizio della pandemia

I motivi fisici che portano le donne ad essere più longeve

Vediamo quali sono le diversità tra il fisico femminile e quello maschile e perché possono aiutare le donne a combattere (o evitare) le malattie con maggiore successo:

  1. Le donne hanno una struttura del DNA mitocondriale e una mutazione dei geni diversa dagli uomini. I geni femminili mutano meno di quelli maschili e questo rallenta il processo di invecchiamento.
  2. Le donne hanno due cromosomi X, mentre gli uomini ne hanno uno solo. Questo significa che le donne possono compensare le eventuali mutazioni genetiche che causano malattie sessuali, mentre gli uomini no;
  3. Le donne producono più estrogeni e meno testosterone rispetto agli uomini. Gli estrogeni abbassano il colesterolo cattivo e aumentano quello buono, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari. Il testosterone, invece, aumenta il colesterolo cattivo e favorisce la formazione di placche nelle arterie; infatti, grazie alla prodizione di estrogeni, le donne hanno un sistema immunitario più forte e resistente agli agenti patogeni. Gli ormoni femminili potenziano le difese verso le infezioni batteriche e le malattie.
  4. Le donne hanno, generalmente, uno stile di vita più sano degli uomini: assumono più proteine, vitamina A, acido folico e vitamina C, mangiano più verdura, bevono meno alcol, fumano meno e praticano più attività fisica rispetto agli uomini.
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La ricerca che dimostra che le donne vivono 6 anni in più degli uomini

Per offrirvi il titolo del nostro post ci siamo basati su una ricerca condotta dall’UC San Francisco e da Harvard T.H. La Chan School of Public Health mostra che, almeno negli Stati Uniti, il divario si sta ampliando da oltre un decennio.

Secondo gli scienziati, la tendenza sarebbe determinata, tra gli altri fattori, dalla pandemia di COVID-19 e dall’epidemia di overdose da oppioidi. Nell’articolo di ricerca “Widening Gender Gap in Life Expectancy in the US, 2010-2021”, pubblicato il 13 novembre 2023 su JAMA Internal Medicine, gli autori hanno svelato che il divario tra la aspettativa di vita degli uomini e delle donne americani si è attestato a 5,8 anni nel 2021, il più grande dal 1996. Si tratta di un aumento considerevole, che incrementa di 4,8 anni la fascia di mortalità da quando nel 2010 il divario era al suo minimo storico recente. Ma perché?

La pandemia di Covid-19 ha provocato più morti tra gli uomini

La pandemia, che ha avuto un impatto sproporzionato sugli uomini, è stata il principale fattore che ha contribuito all’ampliamento del divario tra il 2019 e il 2021, seguita da infortuni e avvelenamenti involontari (soprattutto overdose di droga), incidenti e suicidi.

Il primo autore dello Studio presentato sulla prestigiosa rivista scientifica, il dott Brandon Yan, MD, MPH, medico residente in medicina interna dell’UCSF e collaboratore di ricerca presso la Harvard Chan School ha dichiarato: “Negli ultimi anni sono state condotte molte ricerche sul declino dell’aspettativa di vita, ma nessuno ha analizzato sistematicamente il motivo per cui il divario tra uomini e donne si è ampliato a partire dal 2010“. E’ un dato di fatto che l’aspettativa di vita negli Stati Uniti è scesa nel 2021 ad appena 76,1 anni, passando dai 78,8 anni del 2019 e dei 77 anni del 2020. Un numero che fa riflettere.

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Dott Brandon Yan

Le morti per disperazione

L’accorciamento della durata della vita degli americani è stato in parte attribuito alle cosiddette “morti per disperazione”. Il termine si riferisce all’aumento dei decessi per cause come il suicidio, i disturbi legati all’uso di droghe e le malattie epatiche alcoliche, che sono spesso collegati a difficoltà economiche, depressione e stress.

Mentre i tassi di morte per overdose e omicidio sono aumentati sia per gli uomini che per le donne, è chiaro che gli uomini costituiscono una quota sempre più sproporzionata di questi decessi“, ha detto Yan.

Le maggiori cause di decesso prima della pandemia

Utilizzando i dati del Centro nazionale per le statistiche sanitarie, Yan e altri ricercatori di tutto il paese hanno identificato le cause di morte che riducono maggiormente l’aspettativa di vita. Quindi hanno stimato gli effetti su uomini e donne per vedere quanto diverse cause contribuissero al divario. Prima della pandemia di COVID-19, i maggiori contributori erano gli infortuni non intenzionali: il diabete, il suicidio, gli omicidi e le malattie cardiache.

Ma durante la pandemia, gli uomini hanno avuto maggiori probabilità di morire a causa del virus. Ciò è probabilmente dovuto a una serie di ragioni, tra cui differenze nei comportamenti sanitari, nonché fattori sociali, come il rischio di esposizione al lavoro, la riluttanza a cercare cure mediche e l’instabilità abitativa. Hanno contribuito anche disturbi metabolici cronici e alcune malattie mentali. Ma c’è un fattore fisico che confermi la diversità di reazione dell’organismo di fronte alle malattie? Vediamolo!

Le cure per arrestare il divario

I ricercatori hanno commentato i risultati, sollevando come sarebbe il caso di sviluppare cure più specializzate per gli uomini, ad esempio nel campo della salute mentale, per affrontare la crescente disparità nell’aspettativa di vita. Secondo Yan: Abbiamo fornito informazioni su una tendenza preoccupante. La ricerca futura dovrebbe aiutare a focalizzare gli interventi di sanità pubblica per contribuire a invertire questo declino dell’aspettativa di vita”. Il coautore del lavoro, dott Koh, afferma: “Dobbiamo monitorare da vicino queste tendenze. E dobbiamo fare investimenti significativi nella prevenzione e nella cura per garantire che questa disparità crescente, tra molte altre, non si radichi

E fa senz’altro pensare che questo aspetto della salute mentale abbia interessato per la maggior parte della sua vita la ex First Lady Rosalynn Carter, che, come vi abbiamo raccontato, ci ha lasciato nelle ultime ore, come a sottolineare che, infatti, il suo impegno aveva un senso.

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